martedì 2 ottobre 2018

La Stampa 2.10.18
Pianificavano attentati contro gli stranieri
In cella 6 neonazi
di Walter Rauhe


Si erano dati il nome di «Rivoluzione Chemnitz» e secondo la polizia stavano pianificando attentati contro stranieri in Germania. Volevano però colpire soprattutto la Festa della Riunificazione (domani in Germania). La polizia ha sventato i piani e sgominato la banda, arrestando sei terroristi in un duplice blitz in Sassonia e in Baviera.
Gli arrestati appartengono agli ambienti neonazisti, agli hooligan e agli skinhead. Si tratta di giovani di età compresa fra 27 e 30 anni. Secondo le indagini della procura federale, che ha emesso i mandati di arresto, il gruppo aveva già provato a procurarsi armi semiautomatiche. Ai blitz hanno partecipato oltre 100 agenti di polizia e sono state effettuate numerose perquisizioni in varie località della Sassonia, che hanno fatto trovare mazze da pestaggio e un fucile ad aria compressa.
Radicalizzati in Sassonia
Cinque degli arrestati erano già noti alle forze dell’ordine per quella caccia all’uomo lanciata nei giorni della mobilitazione fra le strade di Chemnitz, dove quotidianamente cortei di cittadini spaventati ed estremisti hanno sfilato fianco a fianco, urlando lo slogan «Wir sind das Volk», «Noi siamo il popolo». Ma c’era anche chi urlava «nazionalsocialismo adesso». Dieci persone furono denunciate per i saluti hitleriani: i processi sono già iniziati e c’è stata una prima condanna. Secondo quanto riporta la «Süddeutsche Zeitung» nel mirino del gruppo terroristico, oltre a politici e stranieri c’erano anche giornalisti di diversa opinione politica. Il gruppo, proveniente dalla Sassonia come l’altro noto gruppo terrorista anti-stranieri, l’Nsu (Nationalsozialistischer Untergrund, il gruppo terrorista guidato da Uwe Mundlos e Beate Zschaepe resosi colpevole di 10 omicidi, 15 rapine e l’esplosione di tre ordigni) era composto di 7 persone e la settima, cioè il capo del gruppo, Christian K., era stato arrestato 15 giorni fa. Il gruppo si sarebbe formato ufficialmente l’11 settembre, tre giorni prima dell’assalto di Christian K. insieme ad altri cinque uomini contro alcuni iraniani e pachistani a Chemnitz. «Nessuna tolleranza nei confronti di estremisti di destra», ha ammonito il ministro degli Interni Horst Seehofer. Parla di un «pericolo grande e reale» la ministra alla Giustizia, la socialdemocratica Katarina Barley. «La nuova cellula di Chemnitz dimostra quali dimensioni abbia ormai la radicalizzazione del razzismo in Sassonia», ha detto l’esponente della Linke Kerstin Koeditz.