il manifesto 2.10.18
La cellula dell’ultradestra pronta a colpire, 6 arresti a Chemnitz
Germania.
In manette i neonazisti dell’organizzazione «Revolution», pianificavano
un'azione per domani, nel giorno in cui si celebra la festa della
Riunificazione
di Sebastiano Canetta
BERLINO
Erano pronti agli attentati contro gli stranieri quanto a sparare sui
politici e rappresentanti della società civile impegnati sul fronte
dell’accoglienza. Se non li avessero fermati ventiquattro ore fa,
avrebbero colpito esattamente domani: nel giorno in cui in tutta la
Germania si celebra la festa della Riunificazione.
Una vera e
propria cellula di terrorismo nero votata alla «rivoluzione di destra»,
smantellata un attimo prima che diventasse operativa. Ancora una volta
nella città più xenofoba e razzista, dove non ci si accontenta più solo
della “semplice” caccia allo straniero.
Ieri mattina tra la
Sassonia e la Baviera la polizia federale ha arrestato sei neonazisti
tra i 20 e 30 anni appartenenti all’organizzazione «Revolution
Chemnitz». Con il blitz di oltre cento poliziotti e le squadre speciali
scattato dopo la prova che il gruppo stava mettendo le mani su un
autentico arsenale di armi da fuoco. Secondo la Procura di Karlsruhe
pianificavano i dettagli di azioni per «sovvertire l’ordine costituito»
almeno fin dall’11 settembre, a compimento dell’escalation di
aggressioni ai migranti da loro stessi alimentata.
L’arresto, di
nuovo a Chemnitz, di estremisti di destra pronti a passare alla
strategia degli attentati conferma che l’ex Karl Marx-Stadt è la fucina
del terrorismo neonazista nella Bundesrepublik. Sempre qui nel recente
passato ha potuto agire quasi indisturbata Beate Zschäpe, unica
sopravvissuta del «Nationalsozialistischer Untergrund» (Nsu)
responsabile dei cosiddetti «delitti del Kebab», l’omicidio efferato di
nove immigrati e una poliziotta.
Il capo della «Revolution
Chemnitz» si chiama Christian K., ha 31 anni, era stato arrestato già
due settimane fa dopo aver preso a bottigliate alcuni migranti. Insieme
agli altri cinque skinhead il 14 settembre ha fondato il gruppo stilando
la lista degli obiettivi da colpire: «dai rappresentanti dell’universo
dei partiti fino all’establishment sociale» precisa il procuratore
federale. Ieri ha ordinato la perquisizione degli alloggi dei sei
neonazisti alla ricerca dei link utili a ricostruire la completa
identità della cellula. Intanto oltre agli obiettivi risulta acquisito
il loro tentativo di «attentato allo Stato costituzionale democratico»
come ricostruiti i precedenti di cinque dei sei componenti del gruppo:
tutti protagonisti nelle recenti aggressioni agli stranieri a Chemnitz.
La
loro «Revolution» nera era nata per fare il «salto di qualità» dagli
attacchi con il tirapugni; a sentire gli investigatori nell’ultima
settimana avevano cercato in più modi di procurarsi una partita di armi
semi-automatiche.
È l’inquietante dimostrazione della «portata
della radicalizzazione razzista che si è raggiunta da queste parti» come
evidenzia Kerstin Köditz, deputata della Linke al Parlamento della
Sassonia. Una spirale «pericolosa» per i migranti come per partiti e
istituzioni messi ugualmente nel mirino del nuovo terrorismo nero.