il manifesto 2.10.18
La forza della verità nonostante il voyeurismo
Asia Argento. La lunga intervista dell'attrice e regista a «Non è l'arena»
di Mariangela Mianiti
Se
il suo poco credibile accusatore, Jimmy Bennett, una settimana fa si
era presentato scortato dal suo avvocato Gordon Sattro, lei è arrivata a
Non è l’arena, su La7, da sola, accompagnata solo dalla sua forza e
dalle sue occhiaie, quasi a voler sottolineare che la sincerità non ha
bisogno di correttori coprenti.
Dopo aver ripercorso la violenza
subita da Weinstein e aver raccontato il suo rapporto quasi materno con
Bennet attore/ bambino (la regista e attrice lo ha diretto a 7 anni nel
film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa) Asia Argento ha ribaltato
il tavolo delle accuse, ha detto che è stato lui a saltarle addosso e ad
averla violentata.
«È stata una cosa inaspettata e rapidissima,
non più di due minuti, che mi ha lasciato agghiacciata e pietrificata.
Poi mi disse che quello era il suo sogno erotico fin da quando aveva 12
anni». Ecco, sarebbe bastato fermarsi qui e guardarla in faccia mentre
diceva queste parole per crederle, così come bastò la sua invettiva
contro Weinstein e il sistema che lo proteggeva pronunciata durante la
premiazione a Cannes 2018 per capire non solo la profondità delle ferite
subite dal produttore, ma soprattutto la potenza del movimento Metoo di
cui Argento è protagonista. Sarebbe anche bastato confrontare le
testimonianze di Bennett e Argento per capire dove abita la verità.
Bennett, che per altro nel 2015, a 19 anni, ha subito dalla Corte
Suprema di Los Angeles un ordine restrittivo chiesto dalla ex fidanzata
che lo aveva accusato di averla pedinata e minacciata, mentre descriveva
la presunta violenza aveva usato parole schematiche, come prese da una
brutta sceneggiatura.
Massimo Giletti non si è fermato lì. Per non
lasciare nessun dubbio ha scavato in ogni dettaglio della vicenda.
Perché lei non si è difesa? Perché ha lasciato che lui scattasse dei
selfie insieme ed è addirittura andata a pranzo con lui, dopo? Perché il
suo compagno Anthony Bourdain, quando cinque anni dopo è arrivata dagli
avvocati di Bennett la richiesta di 3,5 milioni di dollari, ha
accettato di pagare, sebbene la decima parte?
Argento non si è
sottratta, ha spiegato ogni dettaglio, ogni ragione, fino a esibire la
relazione della psicoterapeuta da cui andò pochi mesi dopo la violenza
per chiarire con se stessa le ragioni di quella non reazione e in cui si
dice «Una delle parti peggiori del ricordo era il pensiero che non
avesse saputo difendersi».
Sembrava di essere immersi in uno di
quei processi per stupro in cui è la donna a dover dimostrare di non
aver fatto nulla per attirare l’attenzione e, quindi, la violenza.
Massimo Giletti, essendo uno che conosce bene l’arte del rimestare nel
voyerismo, si è dato un gran da fare con sorrisi di complicità,
ammiccamenti, tenerezze, proclami all’insegna del «Ripensateci» affinchè
Sky riassuma la Argento nella squadra di X Factor. L’ultimo appello
l’ha fatto addirittura in ginocchio, accanto a lei che, scossa dopo
quasi due ore di intervista in cui aveva dovuto parlare anche del
suicidio del compagno Bourdain avvenuto lo scorso 8 giugno, faceva
fatica a trattenere le lacrime. Viene da chiedersi: c’è bisogno di tutto
questo mandato in diretta per credere a una donna che dice di avere
subito violenza?
Anche noi ci auguriamo che X Factor riprenda fra i
giudici Asia Argento e non per le ragioni, a dir la verità povere,
spiegate da Fedez che ha detto «Si temeva che questa vicenda avrebbe
tolto attenzione ai ragazzi concentrandola solo su Asia. Ma ora non è
più così e secondo me dovrebbe rientrare». In realtà da X Factor non
avrebbero mai dovuto cacciarla e per una ragione molto semplice. Chi
lavora nel mondo del cinema e della televisione sa benissimo che il
movimento Metoo ha ragione e che bastava parlare con Asia Argento in
privato per capire come sono andate le cose con Bennett. E invece si è
arrivati a un processo televisivo che ha sì chiarito da che parte sta la
verità, ma per farlo ha dovuto scarnificare l’intimità e la vita di una
persona. Ma tanto, tutto fa spettacolo, no?