La Lettura del Corriere 2.7.17
«È ora di ritradurre mio padre Ezra Pound»
di Giancarlo Riccio
La
frase risuona all’ultimo piano del Brunnenburg, il castello sopra
Merano dove dal 1955 vive Mary de Rachewiltz, figlia di Ezra Pound: «Io
dico che il traduttore dei Cantos non è ancora nato». La padrona di
casa, 92 anni il 9 luglio, riceve «la Lettura» nella stanza dove si
trovano i libri del marito Boris de Rachewiltz, egittologo, morto qui
nel 1997, e dei due figli. Nella stanza accanto, quelli di Pound, del
quale non dice mai, salvo una volta, «mio padre» ma soltanto «Pound». È a
proposito del capolavoro del poeta nato in Idaho nel 1885 e morto a
Venezia nel 1972, che Frau Mary confida: «So che Massimo Bacigalupo
probabilmente ritradurrà tutti i Cantos . Lo ha già fatto con i primi
30. Ed è di una generazione più giovane rispetto a me che li ho già
tradotti. Dunque se qualcuno volesse affrontare di nuovo il poema, per
me andrebbe bene. Pound diceva che ogni generazione ha bisogno di una
nuova traduzione di opere importanti».
E lei, signora?
«Ho
iniziato a tradurre i Cantos a 17 anni. Curatela e traduzione in
italiano dell’opera risalgono però al 1985 per Mondadori. E ora? Sono un
po’ stanca, è giusto che vada in pensione…».
Che cosa ricorda della sua prima traduzione dei «Cantos»?
«Mio
padre mi disse che poteva insegnarmi il solo mestiere che conosceva. Io
avevo studiato allora solo l’ Odissea . Sono stata la prima a
pubblicare i primi dieci Cantos , nel 1952. Tradotti insieme con lui dal
1941 al 1943. E nel 1961 ho pubblicato l’edizione Scheiwiller-Lerici».
Come reagisce agli attacchi al suo padre?
«Il
mio scopo di vita è far cambiare alcune opinioni su Pound. Lui non è
stato né fascista né antisemita. Forse avrà giustizia quando a nessuno
interesserà più. Io aspetto ancora un buon processo a Pound. Con
avvocati illuminati».
Lei ha intrapreso una battaglia contro il
movimento CasaPound affinché non usi più il nome di suo padre. Il
tribunale di Roma ha rigettato la richiesta.
«Non so se sia stata una battaglia. Ho solo detto che Pound non ha mai avuto una casa. Tutto qui».