il manifesto 2.7.17
Una Londra-Labour, in centomila contro l’austerity di May
Gran
Bretagna. Il leader laburista in mezzo a insegnanti, pompieri,
impiegati chiede che l’inchiesta Grenfell si allarghi a tutta l’edilizia
popolare. Nel mirino della manifestazione «Non un giorno di più»
privatizzazioni e tagli ai servizi. E La logica social-darwinista
imposta dalla premier conservatrice la fa crollare nei sondaggi
di Leonardo Clausi
LONDRA
«Grenfell ci ha insegnato qualcosa sulla politica degli alloggi.
L’austerità è in ritirata come anche gli argomenti economici che la
giustificano. E anche i conservatori».
Così Jeremy Corbyn
nell’ennesimo discorso a folle adoranti che tiene ormai da mesi,
pronunciato al termine del Not one more day (non un giorno di più), la
poderosa manifestazione tenutasi ieri nella capitale contro l’austerità e
le privatizzazioni del governo May.
Il segretario del Labour, che
ormai cavalca i sondaggi dopo esserne stato per due anni deriso, ha
chiesto di ampliare la commissione d’inchiesta nominata da Theresa May
su Grenfell a tutta l’edilizia abitativa popolare.
Questo mentre
si apprende che ad alcuni inquilini, sopravvissuti dopo aver perso
tutto, il council ha esatto un’altra rata d’affitto: grottesca mancanza
di rispetto oppure, nella migliore ipotesi, patetica disorganizzazione.
Nove
giorni fa il Day of rage per le vittime del rogo di North Kensington
aveva richiamato in piazza un migliaio scarso di persone: ieri secondo
gli organizzatori, il gruppo The People Assembly, erano circa in
centomila.
Sono arrivati da tutto il paese, in treno, nei pullman
dei sindacati: una fiumana di insegnanti, pompieri, medici e funzionari
pubblici stanchi dei sette anni di implacabile dissanguamento del
settore pubblico ideologicamente imposto dai Tories con la scusa della
crisi che ha sfilato da Oxford Circus fino a Westminster.
Attorno
alle dodici, dopo un minuto di silenzio per i morti di Grenfell seguito
da un applauso ai servizi di soccorso, è partito il corteo.
Una
schiera composito, pacifica e festaiola, in parte visivamente affine ai
nostri centri sociali e che mai si sarebbe sognata di avere dalla
propria tutto lo stato maggiore del partito laburista, fino a qualche
tempo fa nient’altro che uno zelante volano nell’apparato del potere
statale.
Da Portland Square, la piazza sede della Bbc – dove hanno
parlato la ministra-ombra della sanità e deputata di Hackney Diane
Abbott e l’opinionista soft-left del Guardian Owen Jones – il serpente
umano si è snodato per Regents Street e poi lungo Whitehall fino a
Westminster, accompagnato da slogan, canti e sound system.
Il
cancelliere-ombra dello scacchiere John McDonnell, tra i promotori della
manifestazione, era tra le prime file lungo tutto il percorso e ha
parlato prima del leader. Corbyn è arrivato verso le cinque dopo la
visita a Hastings, uno dei collegi elettorali più marginali (dove cioè
il seggio è in bilico fra i due partiti contendenti per pochi voti) e
mantenuto dall’attuale ministra dell’interno Amber Rudd per un soffio,
appena 346 voti.
Il leader ha ripetuto il messaggio di questi
giorni: l’austerity è una scelta politica nel nome della quale si punta
al risparmio sulla sicurezza dei più svantaggiati.
Una logica
social-darwinista che dispensa tagli a vite altrui giudicate spendibili.
Ai microfoni di Sky Matt Wrack, segretario generale del sindacato dei
vigili del fuoco, ha denunciato con forza la politica di austerity del
governo: «Durante la mia segreteria il corpo dei vigili è stato
letteralmente decimato, fatto a pezzi. Undicimila licenziamenti, numeri
record di caserme chiuse e di autocisterne decommissionate».
A un
anno esatto dal golpe fallito ai suoi danni, Corbyn è ufficialmente
ormai la sensazione politica del paese. Lo acclamano migliaia di
insegnanti, medici, studenti e attivisti.
Ne cantano il nome sulle
note del vecchio singolo degli White Stripes, abbandonandosi a un culto
pop della personalità che è l’esatto opposto di quello infelicemente
promosso da Theresa May alle ultime elezioni (e che le è costato
l’umiliante mercimonio con i fossili del Dup).
Ha saputo
connettersi con la nazione, ormai è largamente rispettato al centro e
adorato a sinistra, dice cose che nessuno ha mai sentito dire in quelle
sedi e da podi prominenti come il suo. I campi del possibile appaiono
improvvisamente sterminati.