Repubblica 9.6.17
Adriano La Regina
“Non si può frammentare la gestione”
«Le
strutture che governavano l’archeologia romana andavano certo
aggiornate, ma si è preferito distruggerle ». Adriano La Regina è
drastico nella sua opposizione alla riforma voluta da Dario
Franceschini. Dal 1976 al 2004 è stato lui a reggere le sorti di tutto
il tessuto antico della capitale. E il suo auspicio è che, dalla
sentenza del Tar, se venisse confermata, venga fuori un governo unitario
di questo patrimonio. «Ma non si può guardare a Roma isolandola dal
contesto ».
In che senso?
«Roma ha subito la stessa sorte di
altri luoghi. Si è voluto rompere il rapporto fra soprintendenze e
musei, non rispettando una serie di principi sacrosanti. I musei avevano
bisogno di maggiore autonomia. Bisognava correggere una serie di
imperfezioni, ma la direzione di marcia doveva restare unitaria».
E invece?
«E
invece, se parliamo di Roma, si è voluto tornare a una frammentazione
contro la quale si era combattuto nell’ultimo quarto del Novecento».
Per lei la soluzione è tornare a una soprintendenza unica come quella che lei ha diretto?
«Non
bisogna mai guardare al passato. E non lo farò certo io. Ma è indubbio
che solo con una visione unitaria si può governare l’immenso patrimonio
archeologico romano, che non è solo il Colosseo o l’area archeologica
centrale. Con una visione unitaria e lontana dalle influenze politiche».
Ma lei ritiene ci siano le condizioni per creare una struttura simile?
«Auspico
che si arrivi a questo. Ma allo stato mi pare difficile. Vedo soltanto
un accanimento per trarre da questo patrimonio quanto più profitto
possibile ».
Fr. Erb.