martedì 6 giugno 2017

Repubblica 6.6.17
Il direttore artistico racconta come ha ottenuto i fondi per l’Eliseo: “Ho rispettato le regole”
Luca Barbareschi “Nessuna vergogna c’è chi prende più soldi”
intervista di Concetto Vecchio


ROMA «VUOLE la verità? Ho vinto». Nello studio di Luca Barbareschi, al Teatro Eliseo, tra cimeli cinematografici, pile di libri, locandine, alle pareti ci sono due sole foto con i politici: in una è con Napolitano, nell’altra con Berlusconi. La settimana scorsa, grazie a un emendamento bipartisan Pd-Forza Italia, il direttore del teatro di via Nazionale ha portato a casa un finanziamento di 8 milioni di euro, che ha sollevato uno tsunami di proteste nel mondo dello spettacolo italiano.
Barbareschi, ha contro tutti: l’Agis, 40 teatri. Dicono: perché a lei sì e agli altri no? Non è una domanda legittima?
«Ma gli altri ricevono da anni. Il Piccolo prende, inclusi i contributi degli enti locali, 11 milioni annui, l’Argentina 9 milioni, lo Stabile di Napoli 7,3 milioni. Il Festival di Spoleto 3,5 milioni l’anno. Sa quanto prendeva l’Eliseo, quando sono arrivato qui nel gennaio 2015? 500mila euro ».
Ma l’Eliseo è privato.
«Qua di privato ci sono solo le mura, peraltro marce. Ci ho investito personalmente 5 milioni. Niente era a norma. Gli estintori risalivano al 1986».
Senza quei soldi l’Eliseo chiude?
«Garantito. Ed è un Tric, un Teatro di Rilevante Interesse Culturale. Mi attaccano per puro rosicamento».
Quanto costa gestirlo?
«Quattro milioni l’anno, tra due anni sarò di nuovo nella merda».
Fatto sta che lei rivolgendosi direttamente al Mef ha ottenuto una corsia preferenziale. Morando era contrario.
«Chi è Morando?»
Il viceministro all’Economia.
«Non hanno consapevolezza del nostro lavoro. Prenda i miei colleghi: vanno in Parlamento a sparlare degli altri, parlano di
physis. Sa invece come li ho convinti io? Sono andato a parlare con ognuno di loro in Commissione Bilancio. Avevo contro il governo. Se questo finanziamento fosse passato con Berlusconi al potere avreste evocato la P2...» Invece lei ha già fatto la grande coalizione Pd-Forza Italia.
«Ho rispettato le regole. Non mi devo vergognare. Il Parlamento ha capito che un teatro come quello di via Nazionale mai nella storia si è potuto sostenerlo coi soli incassi».
Non è un sostegno ad personam? Non è stato privilegiato per le sue entrature nel mondo politico?
«Guardi che i decisori politici sapevano benissimo che serviva un qualche intervento compensativo che accompagnasse la mia avventura, nella riapertura del teatro. Per citare Massimo Catalano (il “filosofo” di
Quelli della notte, ndr): meglio l’Eliseo chiuso o aperto?».
Per De Capitani, condirettore del Teatro Elfo-Puccini di Milano, così saltano tutte le regole.
«La salvezza dell’Eliseo è la piena sconfitta di quelle associazioni che negli ultimi trent’anni si sono occupate di teatro: Agis, Federvivo, Platea. Mi sono rivolto direttamente alla politica dimostrando con i fatti che davanti a interlocutori credibili e con le giuste motivazioni la stessa politica risponde ».
Con questi soldi si comprerà il teatro?
(Ride). «Paghiamo un canone di locazione di oltre 400mila euro l’anno. Motivo per cui stiamo studiando da tre anni una formula di acquisto dell’immobile che sarà un investimento privato, fatto con la mia società immobiliare».
I Cinquestelle lanciano questo slogan: 8 milioni a Barbareschi, zero alle vittime del terrorismo.
«Populismo puro. Se qualcuno spara alle mie figlie io sparo a Beppe Grillo».
È diventato renziano?
«Mi è molto simpatico. Però temo che questo Paese sia meno avanti di quello che lui crede».
Il ministro Franceschini che ruolo ha avuto nella vicenda?
«Ha cercato di dare una mano. Non intacco i fondi del Fus. All’estero questa sarebbe salutata come una best practice, nel nostro provincialismo siamo incapaci di cogliere la novità che sottintende a tutta l’operazione ».
Lei ci guadagna?
«Da quando sono qui non prendo un euro».
Suo suocero, Andrea Monorchio, è l’ex Ragioniere generale. Qualcuno ventila un suo ruolo. È così?
«Chi lo ha scritto sarà querelato. Mio suocero è in pensione da anni».
Cosa pensa delle disavventure di Fini?
«Lo mandai affanculo, lui mi diede del pagliaccio. Ora gli stessi che lo leccavano gli sputano in faccia. Allora io adesso lo difendo, con dolore: “Gianfranco ti voglio bene”».
Berlusconi andrà al governo con Renzi?
«Non lo so. Silvio lo sento spesso. È una persona di cuore. Se hai un problema lui ti manda tutto quello che vuoi».
Con la Raggi ha contatti?
«Se solo mi rispondesse al telefono. Il suo assessore alla cultura, Bergamo, dice che siamo irrilevanti. Facciamo la stagione Tor Bella Monaca, ci perdo 200mila euro l’anno, ma il teatro è sempre pieno: faccio più io di Bergamo per i ceti popolari».