martedì 6 giugno 2017

Repubblica 6.6.17
Rai3 perde un pezzo pregiato del palinsesto “Ringrazio Viale Mazzini Mi attende una grande sfida”
L’addio di Zoro: “Gazebo a La7” E adesso si teme l’effetto valanga
di Silvia Fumarola


ROMA. Com’era prevedibile, Diego Bianchi, in arte Zoro, trasloca col suo Gazebo da Rai3 a La7. Ha raggiunto un accordo con Urbano Cairo, dopo che dal primo giugno direttore della rete è diventato Andrea Salerno (storico autore del programma e complice di Bianchi). «Con lui, ovviamente, arriva tutta la sua “banda” a cominciare da Marco Dambrosio in arte Makkox », spiega la nota di La7. «Si ricompatta così un gruppo di lavoro che ha mostrato un modo nuovo di informare e divertire ». Rai3 perde un pezzo importante, in un momento cruciale. Qualcuno spera che la possibile nomina dell’ex direttore di Rai1 Giancarlo Leone come direttore generale potrebbe far cambiare idea a chi ha la valigia pronta. A cominciare da Fabio Fazio, che domenica ha salutato il pubblico di Che tempo che fa, con un monologo che sembrava un addio. Ma mentre Fiorello ribattezzava il programma “Che tempo che fu” e ironizzava («Tu non vuoi che si dica la parola Egitto, e allora come fai ad andare a lavorare da Cairo?»), Fazio negava. Chissà se la partita è ancora aperta. A Viale Mazzini fanno notare che non essendo stato presentato un piano per superare lo scoglio del tetto dei 240mila euro per i compensi, la trattativa non sarebbe ancora iniziata. Come non si sa quale sia la scelta di Alberto Angela, corteggiato da Sky e Discovery. Anche Massimo Giletti, salutando il pubblico dell’Arena, ha fatto capire che non è sicuro che resti in Rai. Il 28 giugno, giorno della presentazione dei palinsesti della Rai, si avvicina: sarà Raiexit o l’esodo sarà contenuto?
Per ora è ufficiale l’addio Nicola Savino (passato a Mediaset) e quello di Diego Bianchi, che in questi anni ha raccontato politica e palazzi del potere con uno sguardo disincantato. «Rai3 è stata casa. Come tale, ringraziando chi me l’ha fatta vivere così, la penserò sempre» scrive Zoro su Twitter. «La7 è una grande sfida, con i complici di prima». Era scontato che dopo il passaggio di Salerno, tutta la squadra l’avrebbe seguito. Orfana di Maurizio Crozza, La7 può offrirgli spazi giusti per la satira. Coach della squadra di Gazebo, Salerno ha postato foto insieme a Zoro, al vicedirettore de l’Espresso Marco Damilano, e al disegnatore Makkox, col commento: “Unità”. Mentre il direttore del TgLa7 Enrico Mentana su Facebook accoglie il gruppo: «C’è un taxi in arrivo a La7: Benvenuto Makkox Missouri e tutti gli altri (Salerno e Damilano già attovagliati)».
L’avventura televisiva di Gazebo — cominciata nel 2013 — ha dato una forte impronta a Rai3. Zoro si è inventato la classifica di Twitter, una social top ten (imitata un po’ ovunque), il tassista Missouri 4 ha portato in studio gli umori della città: una formula pop che ha conquistato il pubblico. Nato in seconda serata, il programma ha moltiplicato le puntate, è approdato in prima serata per poi diventare una striscia, passando dal Palazzo ai reportage sull’immigrazione.
Per Bianchi, 47 anni, liceo classico, laurea in Scienze politiche, la politica è una passione da quando, bambino, frequentava la sezione del Pci di San Giovanni a Porta Metronia, dove erano iscritti genitori (al rapporto dei militanti col partito ha dedicato il film Arance e martello). «È il corto circuito tra il mio sguardo e il linguaggio politico di adesso che fa ridere », spiegava. «La mia formazione è stata in famiglia e nel quartiere ». Il debutto è su YouTube: i dubbi sull’essere di sinistra, «di questa cosa chiamata Pci, poi Pds, infine Pd» li mette in scena nel primo video, intitolato Tolleranza Zoro. Sbarca su Rai3 nel 2008, da blogger di politica a Parla con me condotto da Serena Dandini, dove lavorava anche Salerno. Gazebo ha un pubblico fedele ed è cresciuto grazie ai social; un “suola e tacchi show”, come l’ha definito Bianchi, «per mostrare le cose nei posti dove succedono». Da Rai3 alla nuova7 di Salerno, pronto ad accogliere altri transfughi.