Repubblica 19.6.17
La sinistra: “Mai col Pd” E la platea fischia Gotor
di Monica Rubino
ROMA.
Mai con il Pd. Forse con Mdp e Pisapia. È il nodo politico emerso
dall’appello per una sinistra civica e unita lanciato ieri in un teatro
Brancaccio strapieno da Tomaso Montanari, presidente di Libertà e
Giustizia, e Anna Falcone, avvocata anti-referendum. «No a una
riedizione della lista Arcobaleno con le sagome di cartone della società
civile», chiarisce in camicia bianca Montanari dal palco, scenografia
minimal, gabbiani in volo su sfondo rosa pastello a indicare l’alba di
un nuovo soggetto politico.
L’ambizione è costituire una lista
unica che riunisca le varie anime della sinistra escluso il Pd, «ormai
un pezzo della destra», puntando a numeri a doppia cifra. E in autunno
una grande assemblea nazionale deciderà nome, progetto, simbolo e
criteri per le candidature.
Seduto in prima fila, fra Nichi
Vendola e Luciana Castellina, c’è anche Massimo D’Alema, che segue le
sei ore di interventi prendendo appunti, senza alzarsi nemmeno una
volta. E rimanendo impassibile quando un esponente del partito da lui
fondato viene contestato: «Mi sento a casa anche di fronte a chi
protesta, non sciupiamo questo fiore», dice Miguel Gotor, senatore di
Mdp, dopo aver invitato a una stagione di sinistra di governo in
discontinuità con il renzismo.
Ma qualche fischio gli arriva lo
stesso quando annuncia la sua partecipazione allo showdown del primo
luglio lanciato da Campo progressista in Santi Apostoli, la piazza
romana dell’Ulivo. Da parte sua l’ex sindaco rifiuta l’invito al
Brancaccio con un messaggio: «Non ci sono le condizioni perché io
venga», scrive. Montanari ribatte: «Non è un buon inizio ma ha il pregio
della realtà.
Aspettiamo il primo luglio per sapere che pensa Pisapia di Jobs Act, Buona scuola e il resto».
L’accusa
rivolta da sinistra agli scissionisti del Pd è quella di ambiguità: la
scorsa settimana i senatori di Articolo 1 sono usciti dall’aula per
salvare il governo sul voto di fiducia alla manovrina che reintroduce i
voucher. Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana, fa appello all’unità
«senza sacrificare la credibilità». E Pippo Civati, leader di Possibile,
conclude: «Non chiudiamo porte in faccia .
Se Pisapia si unisce bene, se va con Renzi non lo trattengo».