sabato 17 giugno 2017

Repubblica 17.6.17
Rogo di Londra superstiti infuriati “May si dimetta”
Corbyn attacca: “Sequestrare le case vuote dei ricchi” La Farnesina conferma: “Gloria e Marco sono morti”
di Enrico Franceschini


LONDRA. Un falò di roventi polemiche s’innalza dalla torre bruciata di Londra, nel giorno in cui arriva la conferma della morte dei due ragazzi italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardi: ad annunciarlo è Maria Cristina Sandrin, avvocato della famiglia Trevisan, informata dalla Farnesina. Lo scontro politico potrebbe contribuire a mandare in fumo il governo che Theresa May cerca faticosamente di costruire, costringendo la premier a dimettersi. Il sindaco di Londra Sadiq Khan accusa l’esecutivo di «non avere fatto abbastanza» per prevenire l’incendio. Il ministro degli Esteri Boris Johnson risponde accusando il sindaco di Londra di «ignobile speculazione politica». Ma intanto Jeremy Corbyn propone di sequestrare le case vuote dei ricchi, e nella capitale ce ne sono tante, per dare un alloggio almeno temporaneo agli sfollati del grattacielo: «Sono disabitate, occupiamole», dice il leader laburista. Nel frattempo una dimostrazione di centinaia di persone furibonde assedia il municipio di Kensington, il quartiere teatro del terribile incidente, protestando per le misure di sicurezza inadeguate del palazzo, chiedendo giustizia: per un po’ la folla irrompe nell’aula del consiglio comunale, in un’atmosfera da insurrezione di popolo. Perfino la stampa filo conservatrice attacca May, dopo averla difesa a spada tratta in campagna elettorale, rimproverandole la sua «fredda, insensibile reazione» alla sciagura. La leader dei Tories cerca di compensare visitando i feriti in ospedale, ma è un’ambiente protetto: lascia che siano la regina e il principe William ad affrontare il rancore dei superstiti nei centri di accoglienza. «Il primo ministro», ammonisce il Daily Telegraph, che pure è un giornale di destra, «è in pericolo mortale ». Pericolo politico, s’intende. Circolano dubbi insistenti sul fatto che il suo governo di coalizione potrebbe non nascere. Per il momento, la polizia esclude ipotesi di dolo nell’incendio, ma diventa sempre più chiaro che qualcuno pagheràcaro, per le inadempienze dei sistemi d’allarme e per un incidente che ha scioccato la nazione come e più del terrorismo: se non altro perché questo sarebbe stato più facile da evitare. Come previsto, il bilancio della tragedia della Grenfell Tower continua a crescere: ieri è aumentato a 30 morti e 70 dispersi, vale a dire 100 vittime, ma la polizia ammette che potrebbe essere impossibile identificare tutti i resti e sapere esattamente quante persone sono morte nel rogo a Notting Hill. Davanti all’orrore dell’accaduto cresce anche la gara di solidarietà: un fondo di donazioni per i residenti del grattacielo, organizzato con il crowdfunding, ha raccolto 2 milioni di sterline in due giorni. Montagne di vestiti, scarpe, si accumulano nei centri di soccorso. E ogni giorno vengono fuori nuovi episodi di eroismo: l’uomo che ha preso al volo, «come una palla da rugby», una bambina di 4 anni lanciata dai genitori dal quinto piano invaso dalle fiamme o il figlio che si è portato in spalla la madre disabile dal ventiquattresimo piano fino all’uscita, ma il padre è tra i dispersi.
«Dal dolore alla rabbia», riassume il Times. Il sindaco Khan punta il dito contro il governo in una lettera in cui rimprovera a Theresa May e al governo di non avere fatto abbastanza per prevenire «l’orrendo disastro», né dato risposte adeguate «all’ira della comunità» e neppure assistenza sufficiente agli scampati. «Ignobile politicizzazione», risponde il ministro degli Esteri Johnson, «è incredibile che il Labour suggerisca che questa tragedia sia stata causata dai tagli» alla spesa pubblica. Eppure sembra proprio così: il Guardian rivela che il grattacielo, gestito da un società pubblica, ha usato rivestimenti esterni meno costosi e più infiammabili, risparmiando 2 sterline a metro quadro, in un restauro completato un anno fa. «I nostri vicini sono morti per permettere al governo di risparmiare soldi», gridano i superstiti a Andrea Leadsom, neo leader conservatrice della Camera dei Comuni. E Gavin Barwell, il nuovo capo dello staff di Downing Street, accusato dalla stampa di avere imboscato un rapporto sulla pericolosità di edifici come quello bruciato nei giorni scorsi quando era ministro dell’Edilizia, sempre allo scopo di ridurre i costi, tace rifiutando di rispondere alle domande. Il contrasto fra la regina che ieri è sembrata vicina alle lacrime, visitando i sopravvissuti, e Theresa May accusata di averli “snobbati”, non potrebbe essere più forte. Come se non bastasse, Gerry Adams, presidente dello Sinn Fein, il partito indipendentista nord-irlandese, dichiara che una coalizione fra i Tories e il Dup, il partito unionista nord-irlandese con cui la premier sta negoziando da giorni, sarebbe “illegale”, perché gli accordi di pace del 1998 obbligano la Gran Bretagna a una “rigorosa imparzialità” fra le due parti. Di questo passo, anche il governo May rischia di andare in fumo.