Repubblica 16.6.17
Maestri, polemica sui trasferiti al Sud “Più della metà ha usato la legge 104”
Alle
elementari record di spostamenti grazie alla norma per assistere i
familiari disabili Al Nord il dato è sotto l’1%. I presidi: “Un istituto
di civiltà. Ma serve una stretta anti abusi”
Salvo Intravaia
RECORD
di (lunghi) trasferimenti verso le regioni meridionali grazie alla
legge 104. Qualche giorno fa, il ministero dell’Istruzione ha reso noti i
dati sui cosiddetti “movimenti” (trasferimenti, passaggi di cattedra e
di ruolo, provinciali e interprovinciali) richiesti dai maestri di
scuola elementare, molti dei quali spediti al Nord dalla Buona scuola
del governo Renzi. E non mancano le sorprese. Perché, su oltre mille
movimenti interprovinciali chiesti verso le regioni meridionali, oltre
la metà (il 53 per cento) è stata possibile grazie alla norma che tutela
alcune categorie di persone. In primis, chi deve assistere un conbiuge o
figlio disabile grazie alla legge 104.
Un passo indietro.
Parliamo di spostamenti che in genere si ottengono in base al punteggio
per titoli e anzianità di servizio. Ma anche in base alle tutele
(“precedenze”) previste per alcuni casi particolari. Il più comune è
l’applicazione della legge 104 sulla tutela dei disabili. Gli altri casi
disciplinati (perdenti posto, coniugi di militari, personale che
ricopre cariche pubbliche e sindacalisti al rientro dal distacco) sono
evidentemente residuali.
A livello nazionale, la quota di
trasferimenti agevolati è attorno al 21 per cento. Al Nord è bassissima:
riguarda appena un trasferimento interprovinciale ogni cento. Mentre al
Sud oltre metà dei maestri rientrati a casa ha “scavalcato” colleghi
con un punteggio maggiore grazie alla legge 104. Sulla questione, già
due anni fa, scoppiò la polemica e il Miur assicurò controlli stringenti
per stanare i potenziali furbetti. Ma la percentuale dei trasferimenti
verso le regioni meridionali con “precedenza” sorprende anche i
dirigenti. Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale
presidi (Anp), è netto: «Nessuno mette in discussione l’importanza della
legge 104. Ma questi dati fanno temere un abuso e una totale assenza di
presupposti alla base delle certificazioni. O ci sono due Italie, con
due livelli di cagionevolezza completamente diversi, o dobbiamo pensare
ad abusi in alcune parti del Paese. Altrimenti questi numeri non si
giustificano. Le pubbliche amministrazioni si mettano in condizione di
fare controlli più stringenti, soprattutto in alcune aree».
È la
Calabria la regione che detiene il record: 100 movimenti
interprovinciali agevolati su 130. Un 77 per cento che stride con i dati
di Lombardia e Piemonte, entrambe sotto l’1 per cento, o del Friuli
dove neppure un trasferimento è stato agevolato. Nelle regioni
dell’Italia centrale (Umbria, Marche, Lazio e Toscana) la quota di
trasferimenti determinati dalle precedenze non raggiunge il 5 per cento.
Mentre Sicilia e Campania, con 68 e 65 per cento, sono seconda e terza
in classifica. E a livello provinciale si registrano sbalzi ancor più
consistenti: in provincia di Cosenza, 33 dei 36 maestri che hanno
ottenuto il trasferimento da un’altra provincia hanno scavalcato tutti
appoggiandosi alla 104. Un vero e proprio record (92 per cento) che
neppure Agrigento arriva a scalfire: con 10 movimenti su 11, si ferma al
91 per cento.
Anche il sindacato auspica controlli più accurati.
Lena Gissi, segretaria della Cisl scuola, chiede «più controlli, ma non a
macchia di leopardo ». «Servirebbe — spiega — un coordinamento del
governo per portare avanti queste verifiche. Le differenze nei numeri
tra Nord e Sud potrebbero essere determinate dai diversi sistemi
sanitari, che sono a gestione regionale, e con diverse sensibilità
rispetto alle tutele. Come sindacato non abbiamo interesse a difendere i
furbi, ma è pur vero che al Sud ci sono situazioni di povertà e
deprivazione tali da spingere i cittadini a cercare più tutele statali
possibili».