mercoledì 14 giugno 2017

Repubblica 14.6.17
Carceri, Radicali ancora in sciopero della fame contro 41 bis e ergastolo
di Camilla Orsini


ROMA. È il diciannovesimo giorno di sciopero della fame per la dirigente del Partito radicale Rita Bernardini, in Calabria per l’iniziativa della Carovana della Giustizia, quando nel pomeriggio arriva da Roma la decisione del governo di mettere la fiducia sul ddl per la riforma del processo penale. «Un vero e proprio atto di arroganza », dice la Bernardini in collegamento telefonico con Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti ieri durante la conferenza stampa dei radicali alla Camera. «Orlando, che andò a trovare Pannella negli ultimi giorni di vita, non credo abbia compreso il significato della non violenza. Vuol dire dialogo, ascolto, che nei nostri confronti è stato quasi nullo».
Per i radicali «Pannella viene censurato anche da morto»: quello della Bernardini è infatti il terzo sciopero della fame negli ultimi otto mesi, una lotta non violenta e inascoltata che si somma alle due marce per l’amnistia e alle circa 200 visite in carcere. La proposta dei radicali era di dare alla riforma dell’ordinamento penitenziario una corsia preferenziale, separata dal ddl sul penale. Eppure il ministro della Giustizia «aveva deciso fin dall’inizio di impacchettare tutto senza nemmeno discuterne», accusa la dirigente radicale. Intanto, la Carovana per i paesi simbolo della ‘ndrangheta rimarrà in Calabria fino al 17 giugno per la raccolta firme sulla proposta di legge delle Camere Penali per la separazione delle carriere tra giudici e pm, per raggiungere i 3000 iscritti al partito, per introdurre come riforme obbligatorie l’amnistia e l’indulto, e per il superamento di «trattamenti crudeli e anacronistici » come il regime del 41bis e il sistema dell’ergastolo. Il motto è nel solco della tradizione pannelliana: “con e per i detenuti, con e per le vittime della giustizia”. E annuncia battaglia Sergio D’Elia, dirigente del Partito radicale, affinché «i detenuti del 41bis possano iscriversi al Partito radicale e possano partecipare, in cella, alla vita politica democratica del Paese».