Repubblica 14.6.17
L’ex
sindaco di Milano prepara la convention di “Campo progressista”:
probabile la presenza del fondatore dell’Ulivo. Quotidiani i contatti
con Orlando Cuperlo in bilico: “Matteo va da un’altra parte”
La sfida di Pisapia: “Alternativi al Pd” Il Professore: “Coalizioni necessarie”
di Tommaso Ciriaco
ROMA.
Sfiancare Matteo Renzi, piegarlo fino a costringerlo a un programma
comune e alle primarie di coalizione. Adesso la sfida di Giuliano
Pisapia al leader dem è partita per davvero. Con un obiettivo:
l’egemonia del campo progressista. «Noi stiamo facendo un progetto che
in questo momento, purtroppo, è alternativo al Pd - scandisce l’ex
sindaco - perché non ci hanno risposto sull’idea di costruire insieme un
nuovo centrosinistra. E poi, non si può passare in un’ora da Berlusconi
a Pisapia... ». L’avvocato, insomma, è pronto a salpare anche da solo.
L’appuntamento è per il primo luglio, con la convention nel tempio
dell’ulivismo, in piazza Santi Apostoli. Enrico Letta manderà un
messaggio. E Romano Prodi, la carta più preziosa del mazzo di Pisapia,
potrebbe clamorosamente partecipare all’evento.
Portare Renzi sul
terreno delle primarie - a poche settimane dal congresso del Pd - è
un’impresa tutta in salita. Eppure, Pisapia ci crede. E in questa
battaglia per l’unità può contare sui suggerimenti di Prodi. «C’è una
morale che si può ricavare dal voto - ragiona proprio il Professore - e
cioé che le coalizioni sono necessarie. Se uno ha istinto di
sopravvivenza, allora lo capisce...». Molto potrebbe cambiare già il 25
giugno, l’altra data chiave di questa storia. Lo sostiene con i
fedelissimi anche Pierluigi Bersani: «Temo che la notte dei ballottaggi
Renzi si accorgerà di quanto sia necessaria una discontinuità... ». È il
ragionamento che fanno in molti, in queste ore. Profetizzano una
battuta d’arresto del Pd in occasione dei ballottaggi e sostengono che a
quel punto il segretario dem sarebbe tentato da un nuovo rilancio nei
gazebo.
La tela “di sinistra”, intanto, si estende di ora in ora. La
tesse innanzitutto Pisapia. I suoi contatti con Prodi sono quotidiani. E
nella “triangolazione” si è inserito pure Andrea Orlando. «Serve un
centrosinistra competitivo - sostiene il Guardasigilli - e purtroppo la
candidatura di Renzi a Palazzo Chigi ci consegna alla sconfitta».
Servirebbe il ritorno alla coalizione, l’unica medicina in grado di
curare il virus della frammentazione dei progressisti. Ma è possibile
senza una riforma elettorale?
Da qualche giorno la legge è ferma al
palo. E però l’obiettivo degli orlandiani è rimetterla in moto al più
presto, in modo da permettere le alleanze pre-elettorali. «È chiaro -
ragiona Andrea Martella - che dovremo assumere iniziative politiche e
parlamentari in questa direzione, guidando la spinta federativa del
centrosinistra». Il piano prevede una proposta parlamentare trasversale,
da presentare nella commissione Affari costituzionali del Senato. Gli
ambasciatori sono già al lavoro sulla sinistra e sui centristi. E pure i
bersaniani concordano: «Se riprende un ragionamento sulla riforma -
giura Davide Zoggia - è possibile che si vada in questa direzione».
Un
passo alla volta. Adesso l’attesa è tutta per la convention. Lo slogan è
un evocativo “Nessuno escluso”, mentre la creatura si chiamerà
“Insieme”. E in effetti aderiscono sigle eterogenee, compresi i
centristi di Bruno Tabacci e Lorenzo Dellai. Ma è nel Pd che molto si
muove. E poco ha a che fare con l’unità.
Cuperlo è già con un piede e
mezzo fuori dal Nazareno. «Gianni, il momento è ora - continua a
consigliarlo la milanese Barbara Pollastrini - dobbiamo andare via».
L’ex candidato alla segreteria nutre ancora qualche dubbio, ma nelle
ultime ore ha spiegato in privato perché è vicino all’addio: «Ho sempre
lavorato per l’unità del Pd, ma se il Pd va tutto o quasi da un’altra
parte, qual è la cosa giusta?». Se Cuperlo è pronto ad abbracciare
Pisapia, Bersani raccoglie solo complimenti dall’avvocato. «Lo stimo
così tanto che mi sta bene stare dietro di lui». Il sodalizio con Mdp
regge, insomma. Altro discorso, invece, per Massimo D’Alema. «Ci ho
parlato - riferisce l’ex sindaco - ha una visione diversa, perché io
credo in un nuovo centrosinistra molto più aperto».
I renziani
attendono, per adesso. Al Nazareno circolano sondaggi riservati che
inchiodano la forza progressista al 6%. Poco, anche se comunque un
danno. Il pressing degli ulivisti, in ogni caso, è destinato a crescere
ancora. Con due obiettivi, alternativi tra loro: piegare Renzi alle
primarie per la premiership, oppure costringerlo addirittura a un passo
indietro nella corsa delle politiche. «Ci vuole una personalità sopra le
parti - è la sintesi di Pisapia - Se Prodi fosse disponibile a
candidarsi a Palazzo Chigi, ci metterei la firma. Però mi sembra che lui
non sia disponibile».