lunedì 12 giugno 2017

Repubblica 12.6.17
L’intervista.
L’autore di Trainspotting riflette sul Paese uscito dalle urne: “Ora la Brexit dura è un’ipotesi impossibile”
La rabbia di Irvine Welsh “Ci ha portato al caos Theresa ha i giorni contati”
Antonello Guerrera


Oramai il Regno Unito è «a total mess», «un casino totale». Irvine Welsh ripete più volte queste parole, mentre mastica la pancetta della colazione e fa gracchiare la cannuccia del frullato. Per il celebre scrittore scozzese, 58 anni, quello che sta accadendo in Gran Bretagna è un caos folle, come nel suo romanzo più famoso, “Trainspotting”. Non a caso, Welsh vive da un po’ a Chicago, negli Stati Uniti. Ma resta uno scozzese fiero, anche se non è riuscito a votare.
Chi avrebbe scelto, Welsh?
«I laburisti di Corbyn in Inghilterra. In Scozia lo Scottish National Party (Snp). Perché è grazie ai laburisti scozzesi che una premier incompetente come May è ancora in sella».
Cosa intende dire?
«Corbyn sarebbe potuto diventare premier se i laburisti scozzesi, di nuovo in ascesa, non avessero rubato voti allo Snp, permettendo così ai conservatori di strappare molti seggi».
È la legge del sistema elettorale britannico.
«Già. Ma fosse solo questo il problema. La politica mi piace sempre meno. Anche i voti, oramai sono così volatili, fluidi. È un casino totale. Tra qualche anno potrebbe succedere davvero di tutto».
Che futuro ha il Regno Unito?
«Non mi stupirebbe un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia, che sostengo da sempre, nell’arco di cinque anni. Ma al momento mi pare inopportuno, perché noto solo una gran confusione, come nelle trattative per la Brexit, che mi sembrano lunari e confusionarie».
Lei, fermo europeista, è favorevole a un secondo referendum anche sulla Brexit?
«No, almeno per ora. Provocherebbe ulteriore instabilità. Ma certo, col passare dei mesi e dei negoziati, la pressione dell’opinione pubblica per una nuova consultazione crescerà sempre di più. È il primo stupido referendum che non avrebbe mai dovuto tenersi».
E ora cosa succederà?
«I negoziati saranno difficilissimi, non solo a Bruxelles ma anche nello stesso Regno Unito: l’Unione Europea fa comodo a molti britannici, dalla City agli agricoltori nordirlandesi che prendono molti soldi dall’Ue. Come farà May, dopo questa batosta, a insistere su una ‘Brexit dura’? Avrà tutti contro. Vedremo cosa ne uscirà fuori. Solo in quel momento potrebbe essere sensato votare per la seconda volta».
Come giudica il lavoro di May?
«Un disastro, totalmente inadeguata, ridicola sulla sicurezza. La sua credibilità è distrutta, ma chi le crede più? Ha i giorni contati. Come abbiamo visto nel centro e nel sud dell’Inghilterra, non solo la classe operaia del Nord, ma anche quella medio e medio-alta hanno capito che non possono fidarsi dei conservatori, perché insieme alle banche finiranno per rubare tutto anche a loro. Non a caso, Corbyn ha vinto persino a Kensington, il quartiere dei ricchi di Londra ».
Corbyn potrà mai diventare premier?
«Lui è un anti-establishment e ha attirato voti ovunque: ex laburisti che erano passati all’estrema destra Ukip, giovani, gli europeisti scottati da Brexit e ora anche la classe media. Deve sfruttare la fiducia del momento: molti britannici pensano che Corbyn possa offrire loro una vita molto più decente di quella di May. Se si gioca bene la credibilità che ha acquisito, diventare premier non sarà poi così difficile».

Non solo gli operai: anche la classe medio-alta ha capito che non può fidarsi di questo partito conservatore
Se gioca bene la credibilità acquisita, Corbyn potrà essere premier: tanti pensano che offrirà loro una vita migliore