Repubblica 12,6.17
La campagna elettorale della camorra: 30 euro a voto
di Ottavio Lucarelli
TRE ARRESTI A SANT’ANTIMO, NEL NAPOLETANO. SEQUESTRATE 321 TESSERE ELETTORALI A SOSTEGNO DI UN CANDIDATO DEL CENTRODESTRA
NAPOLI.
Centinaia
di tessere “sequestrate” agli elettori e confezionate nella notte tra
sabato e domenica per essere restituite agli elettori con il facsimile
del candidato al consiglio comunale Antimo Alfè, esponente di una civica
di centrodestra a sostegno dell’attuale vicesindaco di Forza Italia
Corrado Chiariello. Operazione accompagnata dalla promessa di pagare
ogni voto da 30 a 50 euro. Accade a Sant’Antimo, città di 34 mila
abitanti a Nord di Napoli.
La mano della camorra sulle elezioni
comunali. I tre, finiti a Poggioreale, sono stati scoperti dai
carabinieri in possesso di 321 tessere elettorali. Due incensurati di 54
e 24 anni e un pluripregiudicato di 41 anni. Le tessere, su
disposizione della Procura, sono state restituite agli elettori,
interrogati dai carabinieri, per garantire comunque il diritto di voto.
Accade
nella roccaforte del deputato di Forza Italia Luigi Cesaro, indagato la
scorsa settimana dalla Dda di Napoli in un’inchiesta sulla gestione
degli appalti proprio nel comune di Sant’Antimo per minacce a pubblico
ufficiale, reato aggravato per le “modalità mafiose”, in relazione a
pressioni che Cesaro avrebbe esercitato nei confronti di una funzionaria
per la realizzazione di opere da parte di imprese di cui sono titolari i
fratelli, precedentemente già arrestati.
L’aspirante sindaco
Corrado Chiariello ha preso le distanze: «Gli arresti denotano un modo
delinquenziale, lontanissimo dalla mia idea di amministrazione della
cosa pubblica. Il beneficiario della compravendita sarebbe il candidato
di una lista civica a mio sostegno. Qualora i suoi voti dovessero
risultare fondamentali per la mia elezione, sono pronto a rinunciare
agli stessi». Pronta la reazione del candidato sindaco del Pd Aurelio
Russo: «Questa è solo l’ultima vergogna. Nel comizio di chiusura avevo
detto che qui le schede si compravano e vendevano, un sistema collaudato
che questa volta è scoppiato loro tra le mani. Stendo un velo sulle
dichiarazioni del candidato sindaco del centrodestra».
Alcuni dei
titolari delle tessere elettorali, interrogati dai carabinieri, hanno
ammesso di aver consegnato il documento con l’impegno di passare a
riprenderlo per votare il candidato indicato nel fac simile in cambio di
somme di denaro da 30 ai 50 euro. Gli stessi carabinieri nella serata
di sabato erano stati insospettiti da un insolito viavai e hanno fatto
irruzione nella casa del 54enne scoprendo i tre alle prese con tessere e
facsimile. Tutti portati a Poggioreale con l’accusa di associazione per
delinquere.
L’episodio si è verificato nella
roccaforte del deputato di Forza Italia Luigi Cesaro La denuncia del
candidato del Pd “Noi l’avevamo detto che compravano il consenso”