venerdì 30 giugno 2017

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Fiumi (cinesi) di plastica
Inquinamento | L’86 per cento della celluloide degli oceani proviene dall’Asia

Gli oceani, è noto, sono pieni di plastica. Ma secondo una recente ricerca pubblicata su Nature, l’86 per cento delle particelle più o meno grandi di poliuretano che, attraverso i fiumi, entra nei mari proviene da un unico continente: l’Asia. Si stima siano tra 1,15 e 2,41 milioni tonnellate all’anno che, secondo la fondazione di ricerca olandese Ocean Cleanup Every Year, si concentrano soprattutto nei fiumi che attraversano Cina, Indonesia e Myanmar. Tra i venti fiumi più “ricchi”di plastica, infatti, sette sono cinesi. La classifica di Ocean Cleanup è dominata dalle 20 mila tonnellate all’anno contenute dal Fiume azzurro, seguito dal Gange e da un affluente del fiume delle Perle, lo Xi. Seguono i fiumi del continente africano, (appena il 7,8 per cento del totale globale), il Sud (4,8%) e il Nord (0,95%) America, l’Europa (0,28%) e l’Australia (0,02%). Un dato ancora più preoccupante è che, secondo uno studio dell’Università di Cadice, del 99 per cento della plastica che si stima sia finita negli oceani, non c’è traccia. Ovvero: quello che riusciamo a quantificare è solo la punta dell’iceberg. Sicuramente l’Asia paga il fatto di essere il continente più popoloso al mondo, ma bisogna considerare che la quantità di plastica procapite è infinitamente inferiore a quella di Paesi più orientati al consumo come gli Stati Uniti. La Cina come al solito fa caso a sé. È infatti il più grande produttore di oggetti di plastica al mondo: quasi il 30 per cento dei 269 milioni di tonnellate fabbricati globalmente. E l’esplosione dell’e-commerce non ha aiutato. Si calcola che solo l’anno scorso, le aziende che si occupano della consegna abbiano usato 12 miliardi di buste di plastica. Secondo i dati raccolti dal programma ambientale dell’Onu, entro il 2050 il 99 per cento degli uccelli marini avrà ingerito della plastica. I rifiuti in mare hanno già importanti conseguenze su 600 specie marine: il 15 per cento di queste è oggi in via di estinzione. E il rischio che la plastica entri nella catena alimentare è ormai concreto. (cag)