Opg, svelato l’imbroglio, la lotta continua
Fuoriluogo. La rubrica settimanale a cura di Fuoriluogo
Stefano Cecconi
Non
siamo riusciti a cancellare quel comma maligno (art. 1 comma 16 lettera
d), che rischia di riportare in vigore le norme dei vecchi Opg,
contenuto nella Legge «Modifiche al codice penale, al codice di
procedura penale e all’ordinamento penitenziario» approvata alla Camera
la settimana scorsa. Infatti, ponendo la questione di fiducia, il
Governo ha impedito l’approvazione degli emendamenti che diversi
deputati, della maggioranza e dell’opposizione, avevano presentato,
accogliendo l’invito di StopOpg e di tutti coloro (più di duecento
persone in 49 giorni) che hanno partecipato alla staffetta «Io Ddigiuno
perché non devono tornare gli Opg».
Ma la discussione alla Camera,
anche nelle posizioni espresse dal relatore, l’on. Ferranti e dal
sottosegretario Ferri per il Governo, ha segnalato che la nostra
mobilitazione ha colpito nel segno. Entrambi hanno ammesso che quella
norma va in qualche mondo «disinnescata».
Ne sono una prova
tangibile gli otto (ben otto) Ordini del Giorno approvati per
condizionare l’attuazione della norma – ricordiamo che si tratta di una
legge delega per la cui attuazione sono previsti decreti legislativi del
Governo – sui quali abbiamo espresso un chiaro apprezzamento, e un
ringraziamento alle/ai deputate/i che li hanno proposti.
Tra
questi segnaliamo l’Ordine del Giorno presentato dal Presidente della
Commissione Affari Sociali Marazziti, insieme al Presidente della
Commissione Ambiente Realacci, che afferma testualmente: «limitare per
casi eccezionali e transitori» il ricovero in Rems sia dei detenuti (con
sopraggiunta malattia mentale o in osservazione) che delle persone con
misure di sicurezza provvisoria. Questo è davvero importante: infatti
quasi la metà delle presenze in queste strutture è con misura
provvisoria, segnale (come ricorda l’ex Commissario Corleone) di un uso
improprio e abnorme delle Rems, al punto che si è creata una lista
d’attesa. Invece queste strutture dovrebbero essere «extrema ratio»,
come dichiara senza mezzi termini anche una recente delibera del
Consiglio Superiore della Magistratura.
L’Odg, come auspicavamo,
afferma che il diritto alla salute e alle cure dei detenuti va garantito
con un adeguato potenziamento delle sezioni di cura nelle carceri e
attraverso misure alternative alla detenzione, e sempre con la presa in
carico da parte dei servizi di salute mentale delle Asl. Gli Ordini del
Giorno, pur vincolanti e chiari, sono soggetti alla lealtà del Governo, e
per questo abbiamo voluto incontrare il Presidente Marazziti per aprire
un confronto con il Ministro. Chiederemo ai deputati e ai senatori che
si sono impegnati, durante il dibattito in parlamento in difesa della
riforma, di vigilare.
Questa vicenda ci conferma che per far
vivere la grande conquista ottenuta con la chiusura dei vecchi manicomi
giudiziari, è necessario mantenere alta l’attenzione sul processo di
superamento della logica manicomiale, sulle criticità aperte,
sull’esperienza delle Rems e sullo sviluppo delle pratiche di cura e
riabilitazione che consentono l’adozione delle misure alternative alla
detenzione, nello spirito della legge di Riforma 81/2014 e della stessa
Legge 180. Per questo noi continueremo il Viaggio nelle Rems. E per
questo chiediamo sia riconvocato l’Organismo nazionale di monitoraggio
(composto da rappresentanti dei Ministeri Salute e Giustizia, di Regioni
e Magistratura e che va aperto alla partecipazione delle associazioni
impegnate sul tema e al neonato coordinamento delle Rems) e che venga
istituita una cabina di regia nazionale e in ciascuna regione. Il
Governo deve mantenere l’impegno a presentare subito la Relazione al
Parlamento. La mobilitazione di stopOPG non si ferma.