mercoledì 14 giugno 2017

La Stampa TuttoScienze 14.6.16
“La verità è anche bellezza”
Al Cern come nell’Atene classica
I fisici ospitano gli artisti: “Cerchiamo linguaggi comuni”


Agli antichi greci piaceva identificare la verità con la bellezza. Molti fisici e matematici moderni sono d’accordo: la soluzione giusta di un problema è di solito anche la più bella, la più elegante, la più armoniosa. Al Cern di Ginevra, dove si trova il più grande acceleratore di particelle del mondo, insomma il posto in cui la nostra Fabiola Gianotti ha scoperto la «particella di Dio», stanno cercando un altro approccio al legame fra verità e bellezza: invitano gli artisti a trascorrere qualche settimana in mezzo agli scienziati e ai loro strumenti di ricerca, contando così di accendere la scintilla creativa di fotografi, pittori, scultori, performer e chi più ne ha più ne metta.
Non sempre l’esperimento riesce, naturalmente, perché quella scintilla non si può accendere a comando. Ma il più delle volte i risultati si vedono e, infatti, dal 2011 il Cern ha lanciato a ripetizione diversi bandi per questi «stage» artistico-scientifici.
I concorsi riguardano a ogni tornata specifiche nazionalità, e soltanto quelle, con scadenze diversificate. È bene diffondere la consapevolezza che esiste questa opportunità presso il Cern in modo che, quando arriverà l’occasione giusta, gli italiani siano preparati a candidarsi. Da poco sono stati annunciati i nomi di nuovi quattro artisti ospiti: il britannico Haroon Mirza, la svizzera Laura Couto Rosado, il coreano Cheolwon Chang e il croato Tomo Savic-Gecan.
Spunti di ispirazione
L’iniziativa si chiama «Arts@Cern». Data la specialità della casa, gli ambiti con i quali gli artisti vengono invitati a familiarizzarsi sono la fisica delle particelle e le leggi fondamentali dell’Universo, ma pure le tecnologie di ricerca costituiscono un oggetto di interesse di per sé e offrono spunti di ispirazione. Spiega Monica Bello, responsabile del programma: «I bandi si susseguono negli anni, perché uno solo non basta per illustrare l’attività scientifica che si svolge qui al Cern. Esistono sempre nuovi modi per esplorare artisticamente la fisica delle particelle. L’arte e la scienza danno forma a nuove idee sul mondo e a ogni nuovo bando non vediamo l’ora di incontrare i nuovi artisti che arrivano qui al Cern».
Prendiamo, per esempio, il duo inglese Semiconductor, composto da Ruth Jarman e Joe Gerhardt. Durante il soggiorno al Cern hanno prodotto un’opera grafica digitale sulla natura del mondo e sulla percezione che ne abbiamo. Sempre in campo grafico, poi, tre giovanissimi svizzeri, Laura Perrenoud, Simon de Diesbach e Marc Dubois, hanno tratto ispirazione per installazioni interattive e videogames. Poi c’è l’americano Bill Fontana, che si definisce «scultore del suono» e sostiene che «ogni suono è musica»: è interessato a «scovare suoni nascosti in posti improbabili» e le interminabili gallerie del super-acceleratore gli hanno ispirato l’opera «Acoustic Time Travel». Spiega che «le conversazioni con le persone e l’ascolto dei suoni al Cern, per me, sono stati un’esperienza spirituale».
La danza delle particelle
Invece il tedesco Julius von Bismarck lavora con le luci: usando una serie di faretti orbitanti, ha creato al Cern (e poi replicato da Berlino fino a Taiwan) la performance «Versucht unter Kreisen», che si ispira alla danza delle particelle elementari. Dopodiché, senza che questo fosse programmato, un altro artista ospite del mega-laboratorio, il ballerino svizzero Gilles Jobin, ha chiesto a von Bismarck di inserire le sue luci in una coreografia di danza che ha intitolato «Quantum». I due artisti definiscono quest’interazione come «un’inaspettata collisione creativa».
Come dire: al Cern collidono non solo le particelle ma anche le idee.