La Stampa TuttoScienze 14.6.16
“La verità è anche bellezza”
Al Cern come nell’Atene classica
I fisici ospitano gli artisti: “Cerchiamo linguaggi comuni”
Agli
antichi greci piaceva identificare la verità con la bellezza. Molti
fisici e matematici moderni sono d’accordo: la soluzione giusta di un
problema è di solito anche la più bella, la più elegante, la più
armoniosa. Al Cern di Ginevra, dove si trova il più grande acceleratore
di particelle del mondo, insomma il posto in cui la nostra Fabiola
Gianotti ha scoperto la «particella di Dio», stanno cercando un altro
approccio al legame fra verità e bellezza: invitano gli artisti a
trascorrere qualche settimana in mezzo agli scienziati e ai loro
strumenti di ricerca, contando così di accendere la scintilla creativa
di fotografi, pittori, scultori, performer e chi più ne ha più ne metta.
Non
sempre l’esperimento riesce, naturalmente, perché quella scintilla non
si può accendere a comando. Ma il più delle volte i risultati si vedono
e, infatti, dal 2011 il Cern ha lanciato a ripetizione diversi bandi per
questi «stage» artistico-scientifici.
I concorsi riguardano a ogni
tornata specifiche nazionalità, e soltanto quelle, con scadenze
diversificate. È bene diffondere la consapevolezza che esiste questa
opportunità presso il Cern in modo che, quando arriverà l’occasione
giusta, gli italiani siano preparati a candidarsi. Da poco sono stati
annunciati i nomi di nuovi quattro artisti ospiti: il britannico Haroon
Mirza, la svizzera Laura Couto Rosado, il coreano Cheolwon Chang e il
croato Tomo Savic-Gecan.
Spunti di ispirazione
L’iniziativa si
chiama «Arts@Cern». Data la specialità della casa, gli ambiti con i
quali gli artisti vengono invitati a familiarizzarsi sono la fisica
delle particelle e le leggi fondamentali dell’Universo, ma pure le
tecnologie di ricerca costituiscono un oggetto di interesse di per sé e
offrono spunti di ispirazione. Spiega Monica Bello, responsabile del
programma: «I bandi si susseguono negli anni, perché uno solo non basta
per illustrare l’attività scientifica che si svolge qui al Cern.
Esistono sempre nuovi modi per esplorare artisticamente la fisica delle
particelle. L’arte e la scienza danno forma a nuove idee sul mondo e a
ogni nuovo bando non vediamo l’ora di incontrare i nuovi artisti che
arrivano qui al Cern».
Prendiamo, per esempio, il duo inglese
Semiconductor, composto da Ruth Jarman e Joe Gerhardt. Durante il
soggiorno al Cern hanno prodotto un’opera grafica digitale sulla natura
del mondo e sulla percezione che ne abbiamo. Sempre in campo grafico,
poi, tre giovanissimi svizzeri, Laura Perrenoud, Simon de Diesbach e
Marc Dubois, hanno tratto ispirazione per installazioni interattive e
videogames. Poi c’è l’americano Bill Fontana, che si definisce «scultore
del suono» e sostiene che «ogni suono è musica»: è interessato a
«scovare suoni nascosti in posti improbabili» e le interminabili
gallerie del super-acceleratore gli hanno ispirato l’opera «Acoustic
Time Travel». Spiega che «le conversazioni con le persone e l’ascolto
dei suoni al Cern, per me, sono stati un’esperienza spirituale».
La danza delle particelle
Invece
il tedesco Julius von Bismarck lavora con le luci: usando una serie di
faretti orbitanti, ha creato al Cern (e poi replicato da Berlino fino a
Taiwan) la performance «Versucht unter Kreisen», che si ispira alla
danza delle particelle elementari. Dopodiché, senza che questo fosse
programmato, un altro artista ospite del mega-laboratorio, il ballerino
svizzero Gilles Jobin, ha chiesto a von Bismarck di inserire le sue luci
in una coreografia di danza che ha intitolato «Quantum». I due artisti
definiscono quest’interazione come «un’inaspettata collisione creativa».
Come dire: al Cern collidono non solo le particelle ma anche le idee.