La Stampa 8.6.17
Quella norma salva-bambini mai trasformata in legge
Prevede l’obbligo di un sensore acustico sul seggiolino posteriore
di Carlo Gravina
Più
o meno sono passati 32 mesi, quasi mille giorni. Risale all’ottobre del
2014 la proposta di legge, presentata da Sel, in cui si chiedeva di
modificare il codice della strada per rendere obbligatoria
l’installazione di un sensore acustico in grado di segnalare la presenza
di un bambino sul seggiolino posteriore.
Una proposta piuttosto
semplice e facilmente realizzabile: esiste almeno un dispositivo, tra
l’altro made in Italy e premiato dal Cnr, che costa poche decine di euro
ed è di facile applicazione. Da quasi mille giorni, però, questa
proposta giace in qualche cassetto del Parlamento. Ogni volta
l’approvazione sembra a portata di mano ma alla fine non se ne fa nulla.
Se ne riparla quando c’è una nuova disgrazia. Come quella di ieri in
provincia di Arezzo, dove una bambina di 18 mesi è morta per arresto
cardiaco dopo essere rimasta chiusa in auto sotto il sole per cinque
ore. Una fatale dimenticanza della madre che poteva realmente essere
evitata con il dispositivo che la proposta di legge vuole rendere
obbligatorio. Un sensore, tra l’altro, realizzato dall’Istituto tecnico
di Bibbiena, una scuola della provincia di Arezzo che dista poco più di
50 chilometri dal luogo della tragedia.
«Sciatteria». È l’unica
spiegazione che Gianni Melilla - deputato di Mdp Articolo 1 e primo
firmatario della proposta di legge - si dà sul perché la misura non
riesca a essere approvata. «È una vergogna - aggiunge - siamo sempre
tutti d’accordo e ogni volta la norma viene accantonata». Un rinvio
continuo che, almeno apparentemente, non trova una spiegazione se non
quella di un’eccessiva superficialità dell’analisi di un fenomeno che
però purtroppo continua ad aumentare (il numero dei casi è cresciuto nel
corso degli ultimi anni). «Ho più volte provato a inserire la norma in
altri provvedimenti legislativi, anche nella legge di Bilancio -
aggiunge Melilla - purtroppo non è mai stata approvata. Mi auguro che
dopo questa tragedia governo e maggioranza abbiano consapevolezza di
quanto sia immorale perdere altro tempo».
La proposta,
ribattezzata “salva-bimbi”, prevede di aggiungere al comma 1
dell’articolo 172 del codice della strada la frase «e dotato di un
dispositivo di allarme anti-abbandono». Otto parole che consentirebbero
di rendere obbligatoria l’installazione di questo piccolo sensore molto
simile a quelli già presenti su tutte le automobili e che segnalano con
un allarme acustico il mancato inserimento della cintura di sicurezza.
Al di là del brevetto italiano, sul mercato esistono diversi
dispositivi. Quello che manca, invece, è una norma che li renda
obbligatori. Cosa chiesta anche da Maria Ghirardelli, medico
d’urgenza-emergenza di Brescia che attraverso una petizione online su
change.org ha raccolto più di 53 mila firme che intende portare al
ministro dei Trasporti Graziano Delrio.