Il Sole 8.6.17
La mossa di Grillo e il nervosismo alla vigilia del voto amministrativo
di Lina Palmerini
La
mossa di Grillo che ieri ha annunciato una nuova consultazione online
sulla legge elettorale è piombata sulla Camera che si apprestava alle
prime votazioni. Gli iscritti si pronunceranno sabato e domenica, il
voto finale sulla riforma slitta a lunedì con notevoli malumori dentro
il Pd. E soprattutto resta la sensazione che il patto a quattro – Renzi,
Berlusconi, Grillo e Salvini - cominci a mostrare la corda. Si vedrà se
regge nei voti segreti su preferenze e voto disgiunto presentati dai 5
Stelle, che saranno il vero test di resistenza del patto, ma è chiaro
che i grillini voteranno a Montecitorio pensando alle comunali di
domenica. Si vota in alcune città importanti come Genova e Palermo – e
non solo – e il colpo di scena di Grillo sulla consultazione-bis sembra
fatta proprio a beneficio delle amministrative.
L’obiettivo sembra
quello di ritrovare un rapporto con la base, allontanare l’impressione
che il Movimento si sia compromesso con gli altri partiti accettando
delle norme – come quelle sui nominati – che fanno a pugni con il loro
Dna. E quegli emendamenti sulle preferenze presentati in Aula – dopo
aver approvato il testo in Commissione – rispondono a un clima
pre-elettorale e anche a un certo nervosismo. Il timore è di non
arrivare al ballottaggio nelle città più importanti, uno scacco che si
riverserebbe nell'iter della legge.
Insomma, le amministrative
diventano la variabile della tenuta dell’accordo a quattro. Anche per
Renzi. «Due giorni e hanno cambiato idea», diceva il leader Pd
attaccando Grillo ben sapendo come il test comunali stia condizionando
l’andamento dei lavori parlamentari sulla legge elettorale. Lui spera di
poter vedere un calo dei grillini alle urne di domenica per trovare
conferma della sua scommessa sul voto anticipato e se avrà ragione sarà
pronto a spingere sempre di più l’acceleratore, costi quel che costi.
Forse anche in assenza di una legge elettorale nuova. Ma se ad andare
male sarà il Pd? Ecco che l’incrocio con le comunali riscriverà le reali
convenienze dei quattro ad andare a elezioni anticipate. Calcoli
politici che si faranno lunedì con le urne aperte delle città e il testo
finale della riforma da approvare. Lì ci potrebbero essere delle
sorprese, se non arriveranno già oggi.
Il rischio, infatti, è che
possa tramontare l’accordo se uno degli emendamenti presentati dai 5
Stelle dovesse passare. Già aver accettato le proposte di modifica dei
grillini ha fatto saltare i nervi al Pd. Nella riunione del gruppo sono
state molte le voci – della minoranza e non solo – che hanno attaccato
le scelte dei vertici Pd di consentire ai 5 Stelle sia di posticipare il
voto finale che di presentare gli emendamenti. Alcuni hanno parlato di
una violazione del patto e alcuni si sono sentiti liberi di presentare i
loro emendamenti. Si sentiranno anche liberi di votare contro a
scrutinio segreto? I segnali c’erano visto che all’inizio delle
votazioni ci sono stati una sessantina di franchi tiratori. Soprattutto
nell’area di Orlando, gli attacchi di Giorgio Napolitano e di Romano
Prodi hanno dato la stura a tutti i malumori. E chi – trasversalmente –
nei partiti non vuole il voto a settembre, avrà l’occasione di farsi
sentire nel segreto dell’urna.