il manifesto 4.6.17
L’ultima settimana dell’Unità
Editoria. Dallo sciopero record di otto giorni alla sospensione delle pubblicazioni
Solo
il 25 maggio scorso l’Unità era tornata in edicola dopo uno sciopero
record di una settimana. I giornalisti e i lavoratori avevano risposto
in questo modo a un duplice «ricatto»: il primo è quello dei
licenziamenti collettivi, il secondo un «odioso baratto tra salari e
diritti» imposto dall’editore: per ottenere gli stipendi i dipendenti
avrebbero dovuto convincere ex colleghi che avevano impugnato i loro
crediti davanti a un giudice del lavoro di rinunciare alle loro
spettanze.
La settimana successiva è stata un calvario.
Lo
stampatore del giornale ha fermato le rotative perché non è stato pagato
dall’azienda per mesi. I giornalisti hanno lavorato per un giornale che
non è arrivato in edicola. Giovedì notte è arrivata la notizia della
sospensione delle pubblicazioni e l’intenzione dell’azienda di trattare
con il sindacato sugli ammortizzatori sociali.
Ai lavoratori, in
sciopero ad oltranza, potrebbero essere garantiti 24 mesi di cassa
integrazione e altrettanti di disoccupazione. Per farlo c’è bisogno di
un accordo con il sindacato.
Mercoledì prossimo ci sarà un incontro con la Fnsi.
Trovata
l’intesa ci sarà l’effettiva sospensione delle pubblicazioni. Se il
giornale tornerà in edicola sarà, in seguito, necessario un altro
accordo. Nel frattempo il rischio del fallimento si è fatto più reale.
Il Cdr ha criticato il silenzio del segretario del Pd Renzi sulla
vicenda: «ha ferito tutti», ci chiediamo se anche di fronte alla
decisione dell’editore proseguirà la scelta del silenzio».