il manifesto 21.6.17
Il singolo trascinato nel vortice del comunitarismo
Saggi. «La società orizzontale. Liberi senza padri» di Marco Marzano e Nadia Urbinati per Feltrinelli
Francesco Antonelli
L’attenzione
pubblica è oggi concentrata sulla diffusione della così detta cultura
populista. Tuttavia, vi è una tendenza meno immediatamente leggibile ma
certamente di più lungo corso, di radicare anche in Italia una cultura
liberale, sia nella sua versione di sinistra o liberal sia in quella di
destra o neo-liberista. Fenomeno animato soprattutto da intellettuali
(alcuni dei quali con un passato da neo-marxisti) e fatto proprio, senza
riconoscerne molto spesso la paternità e non senza rilevanti
deformazioni, da una parte significativa della classe politica italiana.
Il libro di Marco Marzano e Nadia Urbinati La società orizzontale.
Liberi senza padri (Feltrinelli, pp. 112, euro 16) si colloca proprio in
questa tendenza.
IL LIBRO SI MUOVE tutto attorno ad
un’opposizione di sapore popperiano tra «società patriarcale» (dunque
chiusa) e «società orizzontale» (dunque aperta), in dialogo polemico,
tra gli altri, con Massimo Recalcati e con tutti quelli che vedono nel
declino dell’autorevolezza e nella necessità di ricostruirla nelle
istituzioni e nella società una sfida ineludibile.
LA SOCIETÀ
PATRIARCALE sarebbe quella che ha dominato la storia dell’Italia
repubblicana, tutta incentrata su istituzioni (in primo luogo politiche)
organizzate come chiese, gerarchiche e fortemente
clientelari-paternalistiche. Non a caso il cattolicesimo viene indicato
in questa ricostruzione come una delle principali origini dei mali
italici passati e presenti, anche quando si presenta con il volto
benevolo di Papa Francesco. A questo modello socioculturale che continua
a sopravvivere con forza nei meandri della società italiana e che si
manifesterebbe su un piano più generale, europeo e mondiale, come il
ritorno dell’idea di una società chiusa, neo-comunitaria, populista, si
contrapporrebbe una positiva società orizzontale in fase di costruzione e
consolidamento: questa società è centrata sull’individuo autonomo e
responsabile, quello teorizzato dall’Illuminismo, e che lotta per una
società più aperta e libera.
È NEI TRE ORIZZONTI classici del
paternalismo e, oggi, del neo-populismo, che emergerebbe la lotta fatale
tra queste due società: Dio, Patria, Famiglia, corrispondenti a sfera
religiosa, politica e familiare. Dal punto di vista religioso in Italia
staremmo assistendo al radicarsi di una religiosità simile a quella del
protestantesimo tradizionale, centrata cioè sull’autonomia morale e
spirituale degli individui. Sul piano politico al posto dei vecchi
partiti starebbero consolidandosi reti di individui attivi politicamente
(anche grazie alle tecnologie digitali). Su quello familiare, infine,
starebbero diffondendosi rapporti centrati su condivisione,
responsabilità e parità tra generi (in realtà, tema poco trattato dal
libro) e generazioni.
Insomma, il termine chiave della nuova
società orizzontale sarebbe responsabilizzazione delle persone e
quadratura del cerchio tra quella uguaglianza e quella libertà che
Alexis de Tocqueville, osservando gli Stati Uniti del XIX secolo,
indicava come in continuo conflitto in una società democratica poiché
l’amore per l’uguaglianza rischiava continuamente di sopprimere la
libertà e l’autonomia individuale. Per Marzano e Urbinati staremmo
dunque diventando inesorabilmente più anglosassoni e quindi più adulti.
DUE
SONO I GRANDI PROBLEMI di questo libro, che neanche conclusioni più
equilibrate dell’argomentazione sviluppata nel testo, riesce a
risolvere: il primo è un’eccessiva linearità dell’analisi che sfocia
nell’ideologia. Tutti i mali del presente sarebbero semplicemente
riconducibili alla sopravvivenza di una società patriarcale (che in
Italia vuol dire per i due autori quasi esclusivamente presenza della
Chiesa cattolica) mentre non si riconoscono a sufficienza quelle
storture come precarietà, sterilizzazione della democrazia, declino
della solidarietà sociale, aumento delle disuguaglianze, prodotte
proprio dall’ascesa di una società di soli individui.
Il secondo
problema da risolvere è che, ai tempi della crisi, questo testo nasce
inesorabilmente come datato, persino superato da molte riflessioni
prodotte, ad esempio, da Ulrick Beck e Zygmunt Bauman sui rischi
dell’individualismo già all’inizio del 2000: la sfida oggi è quella di
sottrarre ai populisti l’importante tema della ricostruzione del
sociale, invocato da gran parte dei ceti popolari e medi, in modo da
realizzare una società includente e democratica. Un’alternativa sia al
modello neo-comunitario e xenofobo incarnato da Trump o da Salvini sia a
quello neo-liberale globale esaltato, ormai fuori tempo massimo,
proprio da Marzano e Urbinati.