mercoledì 21 giugno 2017

Corriere  21.06.17
Il nodo dei tempi Può finire davanti ai giudici in campagna elettorale
La strada per «salvarsi» su Romeo
di Fiorenza Sarzanini

ROMA Aveva raccontato di aver «deciso da sola» di promuovere Renato Marra a responsabile del Turismo, premiandolo evidentemente per i suoi meriti. E invece i magistrati si sono convinti che fosse una bugia. Del resto sono state le sue conversazioni via chat con Raffaele Marra a dimostrarlo. E quella memoria difensiva, che secondo il suo legale doveva servire a scagionarla, non è mai stata consegnata al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Francesco Dall’Olio. La possibilità che Virginia Raggi sia processata per falso appare dunque quasi scontata.
Processo a fine anno
L’ipotesi più probabile è che il dibattimento sia in pieno svolgimento durante la campagna per le elezioni Politiche del 2018. Da domani scattano infatti i 20 giorni a disposizione della difesa per farsi interrogare o depositare nuovi documenti. Tenendo conto della pausa feriale la richiesta di rinvio a giudizio potrebbe essere depositata agli inizi dell’autunno e la decisione del giudice entro la fine dell’anno. Rimane qualche chance di uscire indenne dall’accusa di abuso d’ufficio per la promozione di Salvatore Romeo. Ma in questo caso la sindaca dovrà convincere i magistrati di non avere alcuna consapevolezza che quella scelta avrebbe portato a una triplicazione dello stipendio e soprattutto che la decisione di modificare il contratto avrebbe provocato «ingiusto vantaggio» a quel funzionario che le era talmente legato da decidere di intestarle ben tre polizze vita.
Il doppio rischio
L’eventualità che ci fosse una richiesta di archiviazione per tutte le contestazioni non è mai stata concreta. Perché la decisione di assegnare un incarico strategico a Renato Marra, fratello del suo capo del Personale, era stata ritenuta dall’autorità Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, una scelta effettuata «in conflitto di interessi». E dunque Raggi si era trovata di fronte a un bivio: ammettere di aver scelto quel nome con Raffaele Marra e dunque di aver compiuto un abuso oppure continuare a sostenere — come aveva fatto nella relazione alla responsabile anticorruzione del Campidoglio Mariarosa Turchi — : «Sono stata io a sceglierlo, ho fatto tutto da sola».
Non poteva prevedere l’arresto di Raffaele Marra per corruzione nel dicembre scorso e che le chat contenute nel suo cellulare sarebbero finite agli atti dell’inchiesta. E dunque che tutte le conversazioni tra loro, ma anche quelle con Salvatore Romeo e l’allora vicesindaco Daniele Frongia, e quelle tra i due fratelli sarebbero state svelate. E invece è stato proprio questo a fornire ai pubblici ministeri la prova a suo carico di aver mentito.
Le accuse nelle chat
In una conversazione via Telegram con Raffaele Marra, Raggi lo accusa di non averla informata che grazie alla promozione, Renato Marra avrebbe ottenuto un aumento del compenso:«Raffaele, questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire». Dunque i due ne avevano discusso e poi avevano stabilito insieme di procedere.
Ma ad aggravare la posizione della sindaca è anche un colloquio tra i due fratelli avvenuto a ottobre quando Raffaele avvisa Renato: «Si è liberato il posto di responsabile del Turismo, fai la domanda». E il 9 novembre Renato si aggiudica proprio quella poltrona anche grazie ai documenti che Raffaele fa avere a Raggi illustrando le procedure da seguire.
Romeo e la segreteria
La bugia appare dunque scontata, difficile riuscire a dimostrare il contrario. Non è invece scontato che rimanga in piedi l’abuso d’ufficio per la scelta di promuovere Romeo.
La sindaca assicura di poter dimostrare che non sapeva di procuragli un vantaggio e in questo caso potrebbe ottenere l’archiviazione così come già accaduto per le altre nomine dopo l’ingresso in Campidoglio. Ma per riuscirci dovrà portare atti davvero determinanti oppure farsi nuovamente interrogare.