giovedì 15 giugno 2017

il manifesto 15.6.17
Di Maio a destra di Minniti, Viminale: Roma rispetti i patti
Lega romana. La linea Raggi-Grillo ribadita dal vice presidente della Camera, tra i critici Taverna e Lombardi
di Giuliano Santoro


Prima la prefettura: «A Roma non esiste nessuna emergenza immigrazione, i numeri sono sotto controllo». E poi il ministero dell’Interno: «Molte città sono in difficoltà, ma anche la capitale deve fare la sua parte. L’ondata di sbarchi non si ferma: quest’anno ci dobbiamo preparare ad accogliere 200 mila migranti». L’appello con il quale la sindaca di Roma Virginia Raggi chiedeva una moratoria all’accoglienza di richiedenti asilo produce due repliche secche, due smentite che si direbbero piccate se non fossero state espresse nel freddo linguaggio delle istituzioni.
RAGGI REPLICA, abbozzando in un primo passaggio ma nei fatti tenendo fermo il punto: «Roma fa la sua parte e continuerà a farla come anche tutte le altre città grandi e piccole – scrive in una nota la sindaca – L’accoglienza dei più fragili è prima di tutto un dovere morale che deve tuttavia essere attuato con regole precise e in maniera controllata per evitare sacche di illegalità e fenomeni opachi come quelli visti in passato proprio qui a Roma. Solo in questo modo sarà possibile tutelare seriamente chi ne ha diritto senza creare scontri sociali». Si esprimono pubblicamente solo grillini a suo favore. Anche a leggere forum e commenti sul blog di Grillo si tasta il polso dell’elettorato diffuso, non composto da attivisti o simpatizzanti della prima ora. Sono a favore della linea dura.
LA SINTONIA con le posizioni sovraniste è diffusa al punto di indurre davvero in tentazione i vertici grillini, sulla possibilità di praticare un (difficile) accordo con la Lega. Alessandro Di Battista è un caso paradigmatico: si è sempre presentato come terzomondista ma al tempo stesso ha invocato l’espulsione di tutti i migranti cui non venga riconosciuto lo status di profugo.
Ieri, però, ha dovuto smentire ogni ipotesi di intesa con Salvini: «Se vogliamo controllare i flussi migratori e combattere l’oscena mangiatoia che hanno creato sull’immigrazione clandestina dicono che apriamo alla Lega». Le voci che vengono fuori dal M5S sono tutte di sostegno al pugno di ferro su migranti e rom. Il capogruppo in consiglio comunale a Roma, Paolo Ferrara, ad esempio dice: «Al di là dei numeri, abbiamo detto quello che vedono i cittadini romani tutti i giorni. Noi romani stiamo già facendo la nostra parte, ma non è possibile immaginare nuovi arrivi o addirittura la realizzazione di nuove strutture».
Persino il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito, considerato avversario di Raggi, si produce in un’apologia del piano di chiusura dei campi rom annunciata da Raggi e ribadita ieri dal blog di Grillo. Eppure, si parla di moti di dissenso da parte di alcuni esponenti storici del grillismo romano.
TRA I CRITICI più attivi nelle chat si fanno i nomi di Paola Taverna, Roberta Lombardi, Massimo Baroni. La linea Raggi-Grillo viene puntellata per il secondo giorno di seguito da Luigi Di Maio, secondo il quale l’Italia «è una pentola a pressione e se non le togliamo il coperchio finirà per saltare». Per evitarlo, secondo l’M5S occorre invece superare gli accordi di Dublino, che vincolano le richieste d’asilo al paese nel quale si è sbarcati. Il vicepresidente della Camera torna anche con un suo pezzo forte, e invita ad «accendere un faro su quello che sta avvenendo nel Mediterraneo con le ong». Quando gli si fa notare che Roma non sta mantenendo gli impegni presi, visto che è sotto la quota delle assegnazioni, Di Maio replica: «Il tema non sono gli impegni: l’Italia ha fatto gli hot spot e il sistema di accoglienza e in cambio l’Unione europa doveva ridistribuire per quote» ma queste operazioni, sostiene Di Maio, «non si stanno avviando seriamente».
IN SERATA DAL VIMINALE si apprende che Marco Minniti riceverà presto Virginia Raggi. Il modello su cui punta il ministro è quello dell’accoglienza diffusa, promosso un mese fa a Milano da sindaci e prefetti. Dal ministero di Minniti, che pure nelle settimane scorse aveva teorizzato che sui temi della sicurezza e dei migranti contassero più le percezioni dei cittadini che le situazioni concrete, ribadiscono freddamente: «I numeri dei migranti a Roma sono in linea con gli accordi sottoscritti con l’Anci».