Il Fatto 6.6.17
Una nuova sinistra per l’eguaglianza
di Anna Falcone e Tomaso Montanari
Siamo
di fronte a una decisione urgente. Che non è decidere quale
combinazione di sigle potrà sostenere il prossimo governo fotocopia, ma
come far sì che nel prossimo Parlamento sia rappresentata la parte più
fragile di questo Paese e quanti, giovani e meno giovani, in seguito
alla crisi, sono scivolati nella fascia del bisogno, della precarietà,
della mancanza di futuro e di prospettive. La parte di tutti coloro che
da anni non votano perché non credono che la politica possa avere
risposte per la loro vita quotidiana: coloro che non sono garantiti
perché senza lavoro, o con lavoro precario; coloro che non arrivano alla
fine del mese, per stipendi insufficienti o pensioni da fame.
La
grande questione del nostro tempo è questa: la diseguaglianza.
L’infelicità collettiva generata dal fatto che pochi lucrano su risorse e
beni comuni in modo da rendere infelici tutti gli altri. La scandalosa
realtà di questo mondo è un’economia che uccide: queste parole radicali –
queste parole di verità – non sono parole pronunciate da un leader
politico della sinistra, ma da Papa Francesco. La domanda è: “È
pensabile trasporre questa verità in un programma politico coraggioso e
innovativo”? Noi pensiamo che non ci sia altra scelta.
E pensiamo
che il primo passo di una vera lotta alla diseguaglianza sia portare al
voto tutti coloro che vogliono rovesciare questa condizione e
riconquistare diritti e dignità. Per far questo è necessario aprire uno
spazio politico nuovo, in cui il voto delle persone torni a contare.
Soprattutto ora che sta per essere approvata l’ennesima legge elettorale
che riporterà in Parlamento una pletora di “nominati”. Soprattutto in
un quadro politico in cui i tre poli attuali: la Destra e il Partito
democratico – purtroppo indistinguibili nelle politiche e
nell’ispirazione neoliberista – e il Movimento 5 Stelle o demoliscono o
almeno non mostrano alcun interesse per l’uguaglianza e la giustizia
sociale. Ci vuole, dunque, una Sinistra unita, in un progetto condiviso e
in una sola lista. Una grande lista di cittadinanza e di sinistra,
aperta a tutti: partiti, movimenti, associazioni, comitati, società
civile. Un progetto capace di dare una risposta al popolo che il 4
dicembre scorso è andato in massa a votare “No” al referendum
costituzionale, perché in quella Costituzione si riconosce e da lì
vorrebbe ripartire per attuarla e non limitarsi più a difenderla. Per
troppi anni ci siamo sentiti dire che la partita si vinceva al centro,
che era indispensabile una vocazione maggioritaria e che il punto era
andare al governo. Da anni contempliamo i risultati: una classe politica
che si diceva di sinistra è andata al governo per realizzare politiche
di destra. Ne portiamo sulla pelle le conseguenze, e non vogliamo che
torni al potere per completare il lavoro.
Serve dunque una rottura
e, con essa, un nuovo inizio: un progetto politico che aspiri a dare
rappresentanza agli italiani e soluzioni innovative alla crisi in atto,
un percorso unitario aperto a tutti e non controllato da nessuno, che
non tradisca lo spirito del 4 dicembre, ma ne sia, anzi, la
continuazione. Un progetto che parta dai programmi, non dalle leadership
e metta al centro il diritto al lavoro, il diritto a una remunerazione
equa o a un reddito di dignità, il diritto alla salute, alla casa,
all’istruzione. Un progetto che costruisca il futuro sull’economia della
conoscenza e su un modello di economia sostenibile, non sul profitto,
non sull’egemonia dei mercati sui diritti e sulla vita delle persone. Un
progetto che dia priorità all’ambiente, al patrimonio culturale, a
scuola, università e ricerca: non alla finanza; che affronti i problemi
di bilancio contrastando evasione ed elusione fiscale, e promuovendo
equità e progressività fiscale: non austerità e politiche recessive. Un
simile progetto, e una lista unitaria, non si costruiscono dall’alto, ma
dal basso. Con un processo di partecipazione aperto, che parta dalle
liste civiche già presenti su tutto il territorio nazionale, e che si
apra ai cittadini, per decidere insieme, con metodo democratico,
programmi e candidati. Crediamo, del resto, che il cuore di questo
programma sia già scritto nei principi fondamentali della Costituzione, e
specialmente nel più importante: “Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale, e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli
di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3).
È
su questa piattaforma politica, civica e di sinistra, che vogliamo
costruire una nuova rappresentanza. È con questo programma che vogliamo
chiamare le italiane e gli italiani a votare.
Vogliamo che sia
chiaro fin da ora: noi non ci stiamo candidando a guidarla. Anzi, non ci
stiamo candidando a nulla: anche perché le candidature devono essere
scelte dagli elettori. Ma in un momento in cui gli schemi della politica
italiana sembrano sul punto di ripetersi immutabili, e immutabilmente
incapaci di generare giustizia ed eguaglianza, sentiamo – a titolo
personale, e senza coinvolgere nessuna delle associazioni o dei comitati
di cui facciamo parte – la responsabilità di fare questa proposta.
L’unica adeguata a questo momento cruciale. Perché una sinistra di
popolo non può che rinascere dal popolo. Invitiamo a riunirsi a Roma il
prossimo 18 giugno tutti coloro che si riconoscono in questi valori, e
vogliono avviare insieme questo processo.
*Vicepresidente Comitato per il No alla riforma costituzionale **Presidente di Libertà e Giustizia
di Anna Falcone* e Tomaso Montanari