Il Fatto 17.6.17
Appelli & coltelli: il risiko furbetto della “sinistra unita”
La
valanga - Tutti si appellano a tutti: per favore, smettetela. Perché
avete sostenuto le larghe intese con la destra e il Jobs Act?
di Marta Fana e Francesca Fornario
Abbiamo
letto gli appelli di Rifondazione e Possibile a Sinistra Italiana “per
una sinistra unita contro questo governo”. Gli appelli di Sinistra
Italiana a Mdp che sostiene questo governo. Gli appelli di Mdp “per
unire il fronte del No al referendum” a Pisapia che ha votato Sì al
referendum. Gli appelli di Pisapia a Renzi (“Non è un mio avversario, il
mio avversario è il centrodestra”: cioè l’alleato di Renzi). Gli
appelli di Renzi e del Pd a Confindustria e a Berlusconi (“Silvio,
lascia Salvini!”). Gli appelli di Berlusconi a Salvini, di Salvini a
Meloni, di Meloni a Casa Pound, di Casa Pound a Nina Moric che si
candida con la promessa di rispedire gli immigrati a casa loro (se
vince, torna in Croazia). Li abbiamo letti tutti gli appelli, compresi
quelli, inascoltati, di Cuperlo a Cuperlo: “Se il Pd fa l’accordo con
Berlusconi i nostri elettori ci abbandoneranno!”. E torneranno a votare
per Berlusconi.
Renzi ha poi sfanculato Mdp (“Ai fini elettorali è
ininfluente”: il Pd è in grado di perdere anche senza D’Alema) e ha
sfanculato Pisapia (“Con lui solo se lascia D’Alema, da D’Alema e
Bersani solo risentimento personale”: vero anche questo, volevano essere
loro a sfasciare il Pd). Pisapia ha sfanculato Sinistra Italiana,
compiacendosi che “al nostro appello per unire il centrosinistra hanno
risposto in molti”. Tranne il centro e la sinistra, dettaglio che non
inficerà l’allargamento del Campo Progressista dopo l’endorsement di
Bindi, Letta, Tabacci: “Uniti contro chi ha distrutto la democrazia”. La
Democrazia cristiana. Dopo il voto inglese Renzi ha cambiato idea:
niente più voto anticipato e nuovo appello a Pisapia (se Corbyn vinceva,
metteva la foto profilo di Marx). Dopo le amministrative ha cambiato
idea di nuovo, fomentato dalla débâcle dei 5Stelle che perdono ovunque
si presentano senza Bersani come avversario: “Elezioni il prima
possibile e si torna al bipolarismo: ai ballottaggi centrodestra contro
centrosinistra”. Dopo anni che andavano d’accordo. Segue appello di
Pisapia a Prodi a sfidare Renzi alle primarie e sfanculamento di Prodi a
Pisapia mentre la Cgil lancia alla sinistra l’appello contro i voucher e
il governo sfancula la Cgil e vota la fiducia sui voucher alla vigilia
della manifestazione Cgil contro i voucher, per consentire alla
minoranza Pd e a sei senatori di Pisapia di partecipare a tutte e due.
Pure Mdp sfancula la Cgil: “Non possiamo far cadere il governo prima che
venga approvata la legge sulla tortura”. Bisogna spiegare loro che la
tortura non è punibile se ci si sottopone spontaneamente.
Tutti,
da Prodi ai comunisti passando per Cuperlo e Pisapia, hanno però
risposto positivamente all’appello di Falcone e Montanari per fare la
sinistra unita.
Alla luce di ciò, vorremmo rivolgere alla sinistra
l’appello a non rivolgere altri appelli. L’aspirante elettore di
sinistra ha perso il conto degli appelli della società civile e dei
partiti che aderiscono agli appelli della società civile. Li legge
tutti, ma poi si domanda cose semplici.
Tipo: ho capito l’appello
all’unità, ma come lo difendiamo il lavoro con chi lo ha precarizzato
attraverso i voucher e prima ancora con il Pacchetto Treu, la Legge
Biagi, la riforma Fornero e il Jobs-Act (votato tra gli altri da da
Speranza e Bersani) al punto che il 60% dei nuovi occupati sbandierati
da Renzi sono a tempo determinato? Come la difendiamo la Costituzione
con chi, come Pisapia, ha votato le riforme costituzionali di Verdini
dettate dalla Jp Morgan? Con chi il 25 Aprile sfila con le bandiere
gialle e blu per ricordare il contributo alla resistenza dei daltonici?
Come lo difendiamo il ripudio della guerra con chi, come D’Alema, ha
bombardato il Kosovo e voluto gli F-35?
Come combattiamo le
“Disuguaglianze crescenti” alle quali fa appello ogni appello se invece
di denunciare gli effetti non condanniamo le cause e chi le ha
determinate, impoverendo lavoratori e pensionati nel salario e nei
diritti e ingrassando i profitti delle imprese e le rendite finanziarie?
Come
redistribuiamo i redditi con chi ha tolto la tassa sulla prima casa
anche a quel 10% di Italiani che possiede il 35% dei redditi nazionali?
Come tuteliamo il diritto alla casa con chi vi ha investito lo 0% del
Pil, mentre 4 milioni di persone sono senza tetto? Come garantiamo i
servizi pubblici con chi li ha esternalizzati e ridotti tagliando le
risorse e bloccando le assunzioni? Con chi ha voluto il pareggio di
bilancio in costituzione, il fiscal compact, le trivelle, il Ttip e il
Ceta? Come tuteliamo le pensioni con chi ha votato l’allungamento
dell’età pensionabile e di pensione ha difeso solo la propria,
sostenendo che non si possono equiparare le pensioni dei parlamentari a
quelle dei cittadini (avranno pensato: dove li trovi centomila euro per
ogni cittadino?). Come tuteliamo i lavoratori con chi ha regalato alle
imprese l’equivalente di due finanziarie, lasciando che 6 milioni di
lavoratori scivolassero sotto la soglia di povertà? Come garantiamo
ammortizzatori sociali a tutti con chi, con i soldi pubblici, ha salvato
le banche e non i lavoratori? Come assicuriamo l’uguaglianza davanti
alla legge se lo stato requisisce la refurtiva ai ladri ma non espropria
le aziende che sfruttano i lavoratori? E la giustizia sociale se non
togliamo alle imprese il dominio su quanto, cosa e come si produce e si
lavora? Come tuteliamo l’istruzione e l’ambiente chi ha votato lo
“Sblocca Italia”, la “Buona scuola”, l’alternanza scuola-lavoro che
obbliga gli studenti a lavorare gratis? (Alcuni li hanno messi a
sostituire la carta igienica nei bagni! E questa era la parte che si
svolgeva a scuola).
Soprattutto – sarà una domanda scema – come la
facciamo la sinistra con chi ha sostenuto quattro governi di larghe
intese con la destra? Con chi ancora salva il Governo al vaglio dei
voucher e del decreto Minniti, che stabilisce che chi chiede asilo dovrà
svolgere “lavori socialmente utili” (se gli immigrati vogliono
integrarsi in Italia, che si abituino a lavorare gratis!)
Andiamoci
piano con questi generici appelli all’unità perché il rischio, se a
ridosso delle elezioni fai un appello a tutti, è che tutti lo
sottoscrivano. Per convenienza elettorale. Compresi quelli che si sono
ravveduti a metà, tipo Speranza che propone di non cancellare il Jobs
Act ma di eliminare solo la norma sui licenziamenti collettivi o Bersani
che si accontenta di un ritocchino (“Non dico di ripristinare
l’articolo 18 ma almeno il 17 e mezzo”, ha detto, per ricordarci come ha
fatto Renzi a diventare segretario del Pd).
Corbyn, Sanders,
Mélenchon, Iglesias hanno dimostrato che i voti non si sommano: si
conquistano. L’aspirante elettore di sinistra non vuole una sinistra
unita. Vuole una sinistra credibile.