Il Fatto 17.6.17
Rula Jebreal giornalista palestinese
“Sono solo diritti, chi non li approva è un razzista”
di Gianluca Roselli
Essere
contro la legge sullo ius soli è un atteggiamento razzista e
discriminatorio. E anche ottuso, poiché significa non rendersi conto
della realtà che ci circonda”. Rula Jebreal è una giornalista
palestinese con doppia cittadinanza, israeliana e italiana. La seconda
l’ha ottenuta dopo dieci anni di permanenza nel nostro Paese. Rula è da
sempre in prima linea sui temi dei diritti civili e dell’immigrazione a
livello italiano e internazionale.
Ha visto la bagarre scoppiata in Senato due giorni fa?
Sì
e la cosa non mi sorprende, perché la Lega da tempo fa della paura
degli immigrati, dell’odio verso il diverso il punto centrale della sua
agenda politica, che evidentemente non ha altri argomenti. Soffiano sul
fuoco delle paure, vendono terrore ai loro elettori. Un modo di
ragionare simile alle idee sulla purezza della razza che si facevano in
Italia e in Europa negli anni 20 del secolo scorso, con fascismo e
nazismo.
Cosa le piace dello ius soli?
Che finalmente
vengano dati diritti a chi è già italiano, ai bambini che sono nati e
cresciuti in Italia, che studiano qui, parlano perfettamente la lingua e
fanno parte di questa cultura. Bambini che si sentono diversi dai loro
compagni di scuola bianchi e italiani. Con questa legge ci si adegua ai
principali Paesi europei e agli Stati Uniti.
Chi nasce in America è americano, uno dei capisaldi della cultura a stelle e strisce.
Certo.
Nemmeno Donald Trump ha pensato di negare questo sacrosanto diritto che
è alla base della società americana, dove tantissimi nativi americani
sono figli di immigrati, pensiamo solo a Barack Obama o a Steve Jobs. E
dove tanti intellettuali, scienziati, docenti e giovani laureati da
tutto il mondo continuano ad andare proprio perché, tutt’oggi e
nonostante Trump, è una società aperta.
La Lega di Salvini non l’ha sorpresa, ma i 5Stelle?
Le
loro oscillazioni politiche sono per me incomprensibili. Vorrei che
avessero una proposta chiara sulla politica estera e sull’immigrazione, e
invece non ce l’hanno. Sembrano andare avanti divisi, alla giornata,
senza una visione. Lo stesso Beppe Grillo ha una moglie iraniana e
dovrebbe essere sensibile a certi temi.
Lega e Fratelli d’Italia
paventano lo spauracchio dell’emergenza demografica, dell’invasione
dell’Italia da parte degli stranieri.
Se vogliamo parlare di una
legge sull’immigrazione, sono pronta alla discussione e al confronto,
anche sui limiti d’ingresso da porre. L’emergenza immigrazione è un
fenomeno mondiale che riguarda tutti i Paesi e l’Italia in particolare,
per la sua geografia. Altri Paesi non hanno barconi in arrivo dalla
Libia ogni settimana. Ma lo ius soli non c’entra nulla con questo.
Ripeto: si tratta di dare diritti ai bambini che sono nati in Italia e
si sentono stranieri in patria. Mettere insieme le due questioni è
disonestà intellettuale.
La destra usa anche lo spauracchio del terrorismo.
Altra
distorsione della realtà e strumentalizzazione politica. Basti vedere
gli attentati compiuti in Usa negli ultimi anni, realizzati nella
maggior parte dei casi da cittadini bianchi e cristiani. Se ci facciamo
dettare l’agenda dal terrorismo, allora gli integralisti islamici e i
combattenti del jihad hanno già vinto. La questione è culturale e
politica, e riguarda direttamente noi italiani: che Paese vogliamo
essere, in che direzione vogliamo andare? Il nostro modello è l’Arabia
Saudita, dove la cittadinanza non viene mai concessa e si rimane sempre
“ospiti lavoratori” senza diritti, oppure il mondo anglosassone?
Belle domande.
Mi
piacerebbe che alle prossime elezioni, in campagna elettorale, le forze
politiche parlassero della difesa dei diritti di quelle persone che non
ne hanno, in tutti i campi.