Il Fatto 14.6.17
Pisapia bacchetta Renzi: “In un’ora passa da B. a me”
Timide
chiusure - Il progetto dell’ex sindaco è alternativo al Pd “per adesso”
e “purtroppo”. Il primo luglio lancia la sua formazione
di Tommaso Rodano
“Il
nostro progetto è alternativo a quello del Pd”. Parola di Giuliano
Pisapia. Dopo il lungo equivoco sull’intesa con Matteo Renzi, l’ex
sindaco di Milano ha calato le carte, in un’intervista con Giovanni
Floris a DiMartedì. Pisapia chiarisce, sì, ma sempre con prudenza. Le
sue parole sono mitigate da qualche avverbio cautelare. Il suo progetto,
dice, è alternativo “purtroppo”. Non coincide con quello del Pd “in
questo momento”. Per adesso “la maggioranza del Pd non ci ha dato una
risposta: quella di costruire insieme un nuovo centrosinistra”.
Ieri
mattina Renzi, da parte sua, aveva continuato il corteggiamento dell’ex
sindaco: “Dipende dalla legge elettorale – ha dichiarato nel videoforum
di Repubblica – ma siamo disponibilissimi a dialogare con Pisapia e
Boldrini. Non c’è nessun cambio di strategia. Io con Pisapia non ho mai
chiuso”. Per lui ci sarebbe spazio in lista, o in un’alleanza ristretta –
qualora il sistema elettorale lo consentisse – per avere il fianco
coperto a sinistra. La proposta è la stessa da mesi. E non basta.
Infatti Pisapia la rifiuta: “Non sono tipo che si offende, ma non si può
passare da un’ora all’altra da Berlusconi a me”.
L’ex sindaco
continua a giocare sul filo di un equilibrio precario. Un passo in
avanti e uno indietro. Sabato, per esempio, non dovrebbe partecipare
alla manifestazione nazionale della Cgil sui voucher, proclamata dopo il
ritorno di soppiatto del lavoro ultra precario nella “manovrina” del
governo Gentiloni. Essere presente avrebbe caratterizzato decisamente a
sinistra il suo profilo politico sul tema. Forse non ci sarà, ma
garantisce: “Quella piazza fa parte del nostro progetto”. Sarà invece a
un “dibattito con Camusso sulla democrazia nei luoghi di lavoro”. Sul
corteo di sabato non si sbilancia, nonostante qualcuno dei suoi stia
tentando di convincerlo: “Stiamo lavorando per farlo venire”, fa sapere
Massimiliano Smeriglio, che è il suo punto di riferimento a Roma, oltre
che il rappresentante enti locali di Articolo 1 – Mdp.
Per adesso, il
perimetro del Campo progressista corrisponde ancora a quello dei
bersaniani: Pisapia ha bisogno della piattaforma di Bersani e compagni
almeno quanto loro hanno bisogno di lui. Anche se l’ex sindaco non manca
di sottolineare la mancanza di sintonia con uno dei fondatori di
Articolo 1: “Con Massimo D’Alema ci parlo, ma ha una visione diversa
dalla mia, io sono convinto di un centrosinistra più aperto, più largo.
Che sia in discontinuità e non sia solo una alleanza elettorale quanto
un progetto che vada al di là”.
Il matrimonio con i bersaniani sarà
comunque celebrato il primo luglio, in una conferenza di cui ieri sono
stati svelati i dettagli. “L’appuntamento è a Roma per un grande
incontro nazionale aperto a tutte le forze politiche e sociali che
vogliono costruire la casa di un nuovo centrosinistra che si candidi a
governare il Paese”, ha scritto Pisapia sui suoi social network.
La
scelta del luogo è significativa: la manifestazione è convocata alle 16 e
30 in Piazza dei Santi Apostoli, a Roma. Luogo simbolo dell’Ulivo di
Romano Prodi. Non è un mistero che l’ex sindaco guardi al Professore,
che nell’ultimo periodo è tornato a farsi sentire e vedere molto spesso,
tra saggi programmatici e interviste ai giornali. Pisapia non lo
nasconde: “Ci vorrebbe qualcuno che ha vinto contro il centrodestra
unendo la sinistra, ci vuole una personalità sopra le parti. Prodi se
fosse disponibile a candidarsi a Palazzo Chigi ci metterei la firma,
però mi sembra che lui non sia disponibile”.
Altrettanto simbolico
sarebbe pure il nome dell’iniziativa: “Nessuno escluso”. Come a
garantire che non ci sono veti, nel cantiere ipotetico di un nuovo
centrosinistra. Non proprio quello che si desume dalle parole su D’Alema
o dalle esitazioni su Pippo Civati e Nicola Fratoianni. Il leader di
Possibile il primo luglio ci sarà: “Ma c’è bisogno di costruire un ponte
con la manifestazione del 18 giugno promossa dai movimenti, con Anna
Falcone e Tomaso Montanari”. Sinistra Italiana deve ancora decidere: “Al
di là del manifesto non si sa nulla”.