Il Fatto 11.6.17
Compra il Corbyn che preferisci nei migliori negozi di politica
di Marco Palombi
Fino
a giovedì la bambolina “Jeremy Corbyn” nel negozio della politica
esisteva in una sola versione: quella di un signore di 68 anni,
laburista britannico talmente vecchia maniera da apparire vintage, che
proponeva a un Paese – che ha la sua moneta e non accetta vincoli
esterni in materia di politica fiscale – antiche politiche di
redistribuzione keynesiane. La bambolina non veniva comprata granché
visto che Corbyn era pure un sostenitore della Brexit e aveva fatto una
tiepida campagna pro-Ue solo costretto dal suo partito (ne seguì un vano
tentativo di omicidio di Blair e l’esecrazione dei commentatori
nostrani tutti). Da venerdì, però, la “Jeremy Corbyn action figure”
esiste in mille versioni. Ogni consumatore può avere la sua: c’è il
“Corbyn anti-Brexit” (il Corriere della Sera tanto da solo che con
l’aiuto di Tajani) ; il “Corbyn argine ai populisti” (Matteo Renzi) ma
pure il “Corbyn anti-Renzi” (Enrico Rossi); dal solido sapore antico è
il “Corbyn e l’Ulivo” (Pier Luigi Bersani su La Stampa) e non manca un
tocco psichedelico col “Corbyn Macron” (“per me sono simili”, dice lo
scrittore Hanif Kureishi sempre a La Stampa). Il “Corbyn esempio per la
sinistra”, poi, esiste in millanta versioni: da quella di Ken Loach
(Repubblica) a quelle dei vari politici italiani che predicano la lista
unica (o separata, o unica d’altro tipo) anti-Pd. Curioso che questo
avvenga per uno che, seppur con un buon risultato, ha perso le elezioni:
se le vinceva ci beccavamo pure il “Corbyn Berlusconi” (e, tra un
agnello e un gattino, non è mica ancora detto…).