Il Fatto 7.6.17
La nuova sinistra si ritrova il 18 giugno
di Lorenzo Marsili e Yanis Varoufakis
Le
energie liberate dalla vittoria del No al referendum costituzionale del
4 dicembre devono essere la base su cui costruire in Italia quello
spazio nuovo che in altri Paesi sta già nascendo, dal popolo di Bernie
Sanders negli Stati Uniti a Podemos in Spagna. Per farlo, abbiamo
bisogno di un progetto politico lontano tanto dalle élite di governo
quanto da chi vorrebbe farci tornare al tempo dei muri e del razzismo.
Né grande coalizione fra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, né rapporto
privilegiato fra Beppe Grillo e Matteo Salvini. Né establishment, né
populismo. Abbiamo bisogno di un terzo spazio felice, vincente e
partigiano.
Il movimento europeo DiEM25 ha in questi mesi lavorato
a fondo per non disperdere quelle possibilità che si sono aperte il 4
dicembre. Siamo quindi contenti che due dei volti dei Comitati del No,
Anna Falcone e Tomaso Montanari, abbiano lanciato ieri su queste pagine
un appello alla costruzione di un nuovo spazio politico incentrato sulla
lotta contro le diseguaglianze. L’appuntamento è per il 18 giugno, noi
ci saremo.
Le prossime elezioni italiane rappresentano un
passaggio chiave per il futuro dell’Europa. L’Italia non è un Paese
periferico ma uno dei paesi fondatori dell’Unione; ispiratore, con
Altiero Spinelli, dei suoi più alti ideali, e al tempo stesso il Paese,
insieme alla Grecia, in cui maggiormente questi ideali sono stati
traditi. L’Italia è la terza economia dell’Eurozona e quella il cui
sistema bancario rischia di precipitare una crisi di dimensioni
continentali. Non si restituiscono ambizione e giustizia all’Europa
senza crearne i presupposti in Italia.
Dopo che per troppi anni il
governo italiano ha utilizzato la propria forza esclusivamente per
elemosinare scampoli di flessibilità da sprecare in inutili bonus, è
arrivata l’ora di uno spazio politico disobbediente e costruttivo capace
di agire pienamente nella trasformazione europea che sta per aprirsi.
Dopo le elezioni tedesche di fine settembre, infatti, vedremo una forte
accelerazione nella riforma di un’Eurozona che ormai tutti reputano
disfunzionale. Potrebbe essere l’occasione per introdurre da subito quei
profondi cambiamenti che la situazione richiede.
Non possiamo
lasciarci trascinare da facili entusiasmi per le credenziali riformiste
esibite da Merkel o Macron: della prima non possiamo dimenticare il
ruolo giocato a difesa degli interessi delle élite negli ultimi sei
anni; del secondo non possiamo non cogliere la volontà di rafforzare
proprio quel paradigma neoliberista di cui la crisi ha mostrato
l’insostenibilità. Il rischio, reale, è che un giro di vite di una
maggiore integrazione imperniata su austerità e disciplina di bilancio,
esproprio democratico e centralizzazione dei processi decisionali, non
faccia che accelerare la disintegrazione dell’Unione e rinsaldare la
stagnazione economica in Paesi come l’Italia.
Anche per questo è
necessario costruire una forza politica italiana con una strategia
europea chiara e di cambiamento. DiEM25 ha elaborato un programma
economico dirompente, lo abbiamo chiamato New Deal per l’Europa e
lanciato insieme a Noam Chomsky, Ken Loach, diversi leader di partito e
intellettuali da tutto il continente. Lo mettiamo a disposizione.
Creare
una forza per il cambiamento in Europa è più che mai necessario: ne va
della nostra capacità di esercitare sovranità popolare sulle principali
questioni dei nostri tempi. Basti pensare alla sfida dell’accoglienza e
delle migrazioni, alla tutela ambientale, alla gestione del debito
pubblico, alla necessità di maggiori investimenti e di una vera unione
bancaria capace di sanare un sistema finanziario fuori controllo. Basti
ricordare lo scandalo dell’elusione fiscale, laddove la mancanza di
un’integrazione fiscale si traduce in un sistema in cui alle grandi
multinazionali è permesso ritagliarsi un fisco su misura mentre la
piccola e media impresa vacilla.
Abbiamo bisogno di un nuovo tipo
di forza politica che dai municipi all’Europa, e viceversa, con un
biglietto di andata e ritorno, abbia la capacità di rimettere il demos
al centro della democrazia nazionale ed europea. Una forza che sia
aperta e partecipata e che sia in grado di tornare a dire parole chiare
attorno a un programma di rottura con le ricette fallimentari del
passato. E che abbia un piano per l’Europa. Siamo pronti a fare la
nostra parte, nella convinzione che questo non sia più il tempo delle
belle parole e dei buoni propositi, ma che sia il tempo dell’ambizione e
del coraggio.
* Co-fondatori DiEM25 di Lorenzo Marsili e Yanis Varoufakis