Repubblica 25.5.17
Naufragio di bimbi, 34 morti “Centinaia salvati dalle Ong”
Strage
 di migranti al largo della Libia. L’Oim denuncia: 150 dispersi Record 
di sbarchi dall’inizio dell’anno: oltre 50mila già arrivati in Italia
di Alessandra Ziniti
PALERMO.
 I trafficanti di uomini hanno ricominciato a mettere in mare i grandi 
barconi di legno e a stiparvi su centinaia di persone e i numeri dei 
morti nel Mediterraneo sono tornati a salire: 34, e purtroppo almeno una
 decina di bambini, i corpi recuperati in mare dalla nave umanitaria 
Phoenix di Moas ma i dispersi, stando anche alla segnalazione di un 
altro presunto naufragio da parte dell’Oim, potrebbero essere più di 
150. Un barcone strapieno di migranti con le mani tese verso le navi di 
soccorso, forse un’onda anomala, il terrore a bordo, uomini, donne, 
bambini che cercano la salvezza e si muovono facendo oscillare 
paurosamente l’imbarcazione che si rovescia su un fianco proprio mentre 
la Phoenix è ormai in vista. Decine di teste che, pian piano vanno giù, 
nessuno ha il giubbotto salvagente, braccia che escono fuori dall’acqua 
nel tentativo di rimanere a galla e poi decine di corpi composti 
pietosamente in sacchi di tela bianca, alcuni con dentro piccolissimi 
corpicini, ammonticchiati uno sopra l’altro sulla prua e sui ponti della
 nave.
Sono immagini drammatiche quelle diffuse da Moas su Twitter
 ieri pomeriggio che, insieme alla registrazione audio di una chiamata 
di soccorso di un migrante che implorava «Venite, ci sono dei morti in 
acqua», hanno reso tutta la drammaticità delle ultime 48 ore vissute 
davanti alle coste libiche dove motovedette della Guardia costiera, la 
nave Lybra della Marina militare, navi umanitarie e anche alcuni 
mercantili chiamati a dare aiuto dalla sala operativa della Guardia 
costiera hanno portato in salvo più di 1.800 persone portando a 50.267 
il numero dei migranti soccorsi in questi primi mesi del 2017 e a più di
 1.400 il numero delle vittime.
Erano oltre 500 a bordo del 
barcone che ieri mattina si è rovesciato a poche miglia dalla costa di 
Al Zuwara nelle stesse ore in cui unità di soccorso della Guardia 
costiera, della Marina militare, della nave umanitaria Phoenix della Ong
 Moas, ma anche la Vos Prudence di Msf e Sos Mediterranee operavano 
nella zona in cui, uno dietro l’altro, venivano avvistati gommoni e 
barconi fatti partire contemporaneamente. I trafficanti, sfruttando le 
buone condizioni meteo, hanno effettuato quello che ormai viene definito
 un «lancio multiplo» mettendo contemporaneamente in mare dodici tra 
gommoni e grossi barconi in legno.
Drammatiche le fasi del 
salvataggio dei migranti a bordo di altri due gommoni. La nave Aquarius 
di Msf e Sos Mediterranee aveva già distribuito i giubbotti di 
salvataggio e portato a bordo venti persone quando sono arrivate le 
motovedette libiche. «In uniforme e armati sono saliti su uno dei 
gommoni. Hanno preso i telefoni, i soldi e gli oggetti personali. I 
migranti si sono sentiti minacciati e sono entrati in panico — racconta 
Annemarie Loof di Msf — molti di loro si sono buttati in acqua per 
paura. Ne abbiamo tirato fuori 67 mentre i libici sparavano in aria 
colpi di arma da fuoco. È davvero un miracolo che alla fine nessuno sia 
affogato o sia rimasto ferito».
 
