lunedì 15 maggio 2017

Internazionale 13.5.17 
Una riforma sanitaria  contro i pazienti 
Decine di migliaia di persone  rischiano di perdere il diritto  alle cure mediche se la legge  voluta da Donald Trump  dovesse essere approvata   
di Abby Goodnough e Reed Abelson, The New York Times,  Stati Uniti   


Fran Cannon Slayton, un’autrice di  libri per bambini, ha cercato di  avere un atteggiamento positivo  quando nel 2016 le è stato diagnosticato  un tumore al cervello. Ma oggi è  molto preoccupata dal tentativo del Partito  repubblicano di cancellare e sostituire  l’Obamacare, la riforma sanitaria voluta  dall’ex presidente Barack Obama. “Non  penso che la gente capisca la gravità della  situazione”, dice Fran, che ha cinquant’anni  e vive a Charlottesville, in Virginia. La  sua preoccupazione principale riguarda il  fatto che il progetto di legge (approvato dalla  camera il 4 maggio e ora in discussione al  senato) permetterebbe agli stati di liberarsi  di una serie di obblighi, compreso quello  che molti considerano il cardine dell’Obamacare:  il divieto per le compagnie assicurative  di imporre polizze con tassi più alti  alle persone che, come Clayton, hanno già  problemi di salute. Una possibilità che spaventa  Fran e altri statunitensi malati di cancro  o affetti da cardiopatie, diabete e altri  disturbi le cui cure oggi sono coperte  dall’Obamacare.  Questa misura è una delle modifiche  introdotte dalla Casa Bianca per ottenere  l’appoggio dei deputati più conservatori del  Partito repubblicano, che a marzo avevano  bocciato un disegno di legge perché secondo  loro era troppo moderato.  In base alla proposta dei repubblicani,  le compagnie non potranno rifiutarsi di  vendere un’assicurazione sanitaria a nessuno,  ma gli stati potranno chiedere  un’esenzione dalla regola che oggi obbliga  le compagnie assicurative ad applicare lo  stesso prezzo a persone della stessa età e  della stessa regione, a prescindere dal loro  stato di salute. Se il disegno passasse, chi è  rimasto senza copertura per almeno 63  giorni nel corso dell’ultimo anno potrebbe  dover pagare un prezzo legato al suo stato  di salute, con un possibile aumento vertiginoso  del costo della polizza. Le persone in  salute, al contrario, potrebbero beneficiare  di una forte riduzione.  Per ottenere l’esenzione, gli stati dovranno  impegnarsi a trovare un altro modo  per fornire assistenza alle persone con malattie  gravi. Tra le possibilità ci sono le cosiddette  high-risk pool, fondi speciali creati  appositamente dagli stati. Ma alcuni studi,  tra cui quello condotto dall’organizzazione  non profit Kaiser family foundation, sostengono  che questi fondi sarebbero insufficienti e che di solito non funzionano.  Inoltre, con la nuova legge gli stati non dovrebbero  più costringere le compagnie assicurative  a vendere polizze che coprano dieci  “servizi essenziali”, tra cui i farmaci con  ricetta, l’assistenza in maternità, per le malattie  mentali e per la tossicodipendenza.  Consentendo alle compagnie di limitare la  copertura, la legge potrebbe far scendere il  prezzo delle assicurazioni, ma lascerebbe  centinaia di migliaia di persone senza l’assistenza  che in questi anni hanno ricevuto  grazie all’Obamacare, tra cui le cure per la  dipendenza da oppiacei.  E’ difficile prevedere quante persone già  malate saranno colpite da queste modifiche.  Molti statunitensi che sono rimasti per  un periodo senza copertura (per esempio  perché hanno cambiato lavoro) potrebbero  non essere più in grado di pagare i costi dei  programmi statali. Le persone in salute, invece,  potrebbero scegliere piani che offrono  una copertura minima, e questo rischia di  far lievitare i costi per chi ha bisogno di programmi  di assistenza più completi.  
Il momento del panico 
Per tanti le nuove misure segnerebbero il  ritorno a un’epoca in cui le compagnie assicurative  valutavano attentamente lo stato  di salute delle persone prima di stipulare  una polizza. In passato, per esempio, in alcuni  stati venivano stipulate polizze con  clausole che escludevano dalla copertura  una determinata malattia. Larisa Thomason  di New Market, in Alabama, ricorda il  giorno in cui, nel 2002, suo marito ricevette  una lettera dall’Humana, la compagnia con  cui aveva stipulato l’assicurazione sanitaria.  L’azienda lo informava che non avrebbe coperto  le cure per il cancro perché una colonscopia  svolta in precedenza aveva rilevato  la presenza di polipi benigni.  Nel caso di Alice Thompson, invece, una  compagnia del Wisconsin si rifiutò di coprire  le spese relative alla sua salute riproduttiva  perché un dottore le aveva consigliato  di sottoporsi a un’isterectomia per superare  i forti dolori mestruali. “Se mi fosse venuto  un cancro all’utero o alle ovaie l’assicurazione  non avrebbe coperto le spese”, dice  Thompson, che ha 62 anni e vive South Milwaukee.  “Per dieci anni ho vissuto con questa  spada di Damocle”.  Thompson, consulente ambientale attualmente  in cura per emicranie e problemi  alla vista, ricorda che quando è passata a un  piano assicurativo legato all’Obamacare ha  provato “un enorme sollievo. Ora lo spettro  del passato è tornato a terrorizzarmi. Sto  valutando la possibilità di trasferirmi in un  altro stato dove sarebbe più facile ottenere  la copertura sanitaria”.  Prima che l’Obamacare obbligasse le  compagnie assicurative a garantire servizi  essenziali, le aziende ne escludevano regolarmente  alcuni dalla copertura. Circa due  terzi delle persone che acquistavano la polizza  personalmente (cioè senza passare dai  loro datori di lavoro) non avevano diritto a  una copertura per la maternità. Un terzo  non aveva copertura per abuso di sostanze  e un quinto non aveva diritto all’assistenza  per i casi di malattia mentale.  Ellen Pasquette, 48 anni, perse la sua  copertura sanitaria quando tornò in Pennsylvania,  alla fine degli anni novanta. Artista  freelance e musicista, Pasquette non ha  mai stipulato una polizza tramite il suo datore  di lavoro. Visto che soffriva di depressione,  ha avuto “enormi problemi a trovare  una compagnia disposta a farle una polizza”,  anche se non era mai stata ricoverata e  per il resto godesse di buona salute. Quando  alla fine è riuscita a ottenere un’assicurazione,  c’era una clausola che escludeva  qualsiasi copertura per le cure mentali. Oggi  Ellen e suo marito Thomas usufruiscono  di un piano sanitario legato all’Obamacare.  La donna dice che dopo aver analizzato la  legge dell’amministrazione Trump ha vissuto  momenti in cui ha “sfiorato il panico”.  In passato l’esclusione di alcune malattie  dalla copertura medica ha costretto molte  persone a contrarre debiti enormi. John  Gillespie e sue moglie Beth gestivano un  piccolo negozio di autoricambi. Alla fine  degli anni novanta la coppia, che vive a Beaver  Falls, in Pennsylvania, non riusciva a  trovare una compagnia disposta a coprire  l’epilessia di Beth. Un giorno Beth si present.  al pronto soccorso in preda a un attacco,  e i medici temevano che avesse sviluppato  una meningite. Restò in terapia intensiva  per tre giorni. Alla fine fu confermato che si  trattava di un attacco epilettico, e la coppia  si vide presentare un conto di 20mila dollari  per le spese mediche. “Ci abbiamo messo  anni per ripagare il debito”, racconta John.  In seguito i Gillespie sono riusciti a trovare  un piano assicurativo che coprisse l’epilessia,  ma il prezzo da pagare era altissimo,  circa 2.400 dollari al mese per entrambi.  Beth e John non riuscivano a far quadrare i  conti anche se lavoravano 60 ore alla settimana  e a volte insegnavano nelle scuole  serali. Oggi pagano 1.200 dollari al mese  per l’assistenza medica. Hanno entrambi 58  anni, vanno verso la pensione e non sarebbero  in grado di coprire le spese in caso di  un’altra emergenza medica.  Fran Slayton e suo marito, un avvocato,  pagano circa 1.500 dollari al mese per un  piano che copre anche la figlia di 13 anni.  Guadagnano troppo per avere diritto ai sussidi  federali. Anche se è più caro di quanto  vorrebbero, il piano ha coperto l’operazione  a cui Fran si è sottoposta nel 2016 per rimuovere  il tumore al cervello.  In passato le high-risk pool, i fondi messi  a disposizione dagli stati su cui conta la legge  voluta da Trump per aiutare le persone  con malattie gravi , si sono rivelate un’opzione  troppo costosa. Come dimostra il caso  di Janice Elks, 50 anni, proprietaria di un  piccolo negozio a Omaha, in Nebraska. Elks  aveva un cancro all’utero e una neuropatia  ma non riusciva a procurarsi un’assicurazione.  La sua unica opzione era fare richiesta  per il fondo del Nebraska. Janice ha calcolato  che avrebbe dovuto spendere circa  15mila dollari all’anno per una polizza,  quando le spese mediche per i farmaci per  le iniezioni di steroidi ammontavano a poche  migliaia di dollari all’anno. Oggi paga  solo 640 dollari al mese. Janice è “terrorizzata”  che la legge possa cambiare. Oggi è  affetta da tachicardia, e teme che prima o  poi avrà bisogno di operarsi. “Le operazioni  sono costose”, dice. Ha 50 anni e ne devono  passare altri quindici prima che possa entrare  nel Medicare, il programma del governo  federale di assistenza per gli anziani.  “Vivrò abbastanza per arrivarci?”.