sabato 20 maggio 2017

Il Sole 24 Ore 17.05.17
di Rita Fatiguso


Pechino. L’incontro tra Gentiloni e Xi
Per la Via della Seta la Cina conterà sui porti italiani


PECHINO - L'anno prossimo il presidente cinese Xi Jinping verrà in visita ufficiale in Italia. L'ha confermato il premier Paolo Gentiloni che, durante il bilaterale di ieri dopo il Forum One Belt One Road, ha rinnovato l'invito per conto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «quale segno tangibile dell'importanza che l'Italia attribuisce al rapporto con la Cina». Un impegno di quelli che contano, dal momento che Xi manca dall'Italia dal mese di giugno del 2011 quando fece visita in occasione dell'anniversario della fondazione della Repubblica, ma in veste di presidente designato. L'Italia e la Cina - ha detto Xi Jinping - oltre a vantare antiche civiltà, sono legate dalla storica Via della Seta. Per il premier Paolo Gentiloni la One Belt One Road è destinata ad avere un peso notevole sul futuro, è un piano strategico molto importante, l'Italia deve inserirsi in questo nuovo contesto globale. Trieste e Genova, intanto, sono finiti nel radar di Pechino, ha confermato il premier. Il che potrà aiutare i porti italiani a sviluppare le loro potenzialità. Ma un esempio concreto di collaborazione sulla strada dell'Obor è il caso delle operazioni congiunte in Paesi terzi: rispondendo a una domanda in conferenza stampa, Gentiloni ha detto di aver parlato nella bilaterale «di operazioni triangolari sia nei Balcani occidentali sia in Africa, come in Mozambico, dove già lavoriamo insieme; ci sono due o tre Paesi su cui lavorare in Africa, dove i cinesi conoscono l'impegno italiano per le diverse decine di dighe costruite e le numerose infrastrutture realizzate. Eni è il principale operatore petrolifero in Africa». Poi, c'è il contesto internazionale. «C'è un contesto internazionale di cui credo i cinesi tengano conto e di cui faremmo bene noi europei a tenerne conto e che spinge a non chiudere gli occhi di fronte agli ostacoli e alle difficoltà che ci sono in settori industriali che vanno tutelati senza dubbio in Europa, ma ci spinge – ha detto Gentiloni – a considerare in una luce ancora più rilevante i rapporti economico-commerciali tra Cina e Unione europea». «La dinamica sulla questione dello status di economia di mercato da riconoscere alla Cina è stata piuttosto complessa, si è conclusa alcune settimane fa con la decisione di non prendere di petto il market economy status (Mes), ma di diluirlo nell'ambito di una decisione più generale che riguarda i criteri anti-dumping da adottarsi da parte dell'Unione europea». Un approccio che, ha aggiunto Gentiloni, «può essere visto da parte cinese come il ribadimento di una difficoltà o come un passo in avanti. Certamente non è un passo indietro: adesso la decisione è affidata alle dinamiche triangolari col Parlamento europeo, cioè è in discussione al Parlamento europeo». Nell'incontro con il premier Li Keqiang, intanto, è stato siglato il memorandum of understanding (Mou) tra Cassa depositi e prestiti e la China development bank per dare vita al "Sino-Italian Co-InvestmentFund", un nuovo fondo di investimento dotato di 100 milioni di euro complessivi che investirà nel capitale di società italiane e cinesi, soprattutto Pmi, che operano in Italia o in Cina. 
«L'accordo con China development bank apre una nuova fase dei rapporti Italia - Cina ponendo le basi per una collaborazione strategica di lungo periodo. Questa iniziativa che prevede l'investimento diretto nel capitale delle imprese - dice l'ad Fabio Gallia al Sole24 Ore - permetterà, infatti, di sostenere la crescita delle Pmi italiane e cinesi con elevate prospettive di sviluppo domestico e internazionale». Un nuovo protocollo quinquennale, intanto, è stato sottoscritto per rilanciare la collaborazione in campo agricolo. L'intesa, firmata dal ministro cinese per l'agricoltura Hang Changfu e dall'ambasciatore italiano Ettore Sequi, in rappresentanza del Mipaaf, prevede un più intenso scambio di informazioni nella ricerca scientifica, ma anche la promozione di maggiori investimenti e scambi commerciali nel settore agricolo.