sabato 20 maggio 2017

Il Manifesto 16.05.17
di Yuri Colombo

L’asse Mosca-Pechino contro il protezionismo Usa e il blocco Ue

Mosca - Il progetto cinese di una "Nuova Via della Seta", volto a espandere la sua influenza economica su scala mondiale, ha come presupposto indispensabile la partnership russa. E non solo perché dovrà passare necessariamente attraverso la Russia e attraverso paesi come Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan, legati tra di loro da accordo di libero scambio euro-asiatico a cui alla Cina è stato chiesto formalmente di collaborare, ma soprattutto perché potrebbe costituire il primo passo per una alleanza di ampio respiro tra Mosca e Pechino.
LA "NUOVA VIA DELLA SETA" approfondirebbe infatti una collaborazione economica di cui entrambi i paesi beneficerebbero. La Cina si impegnerebbe a realizzare investimenti nelle infrastrutture russe, di cui il paese ha disperata necessità, e aprirebbe un corridoio che attraverso l'Asia Centrale raggiungerebbe i ricchi mercati dell'Europa Occidentale. Putin, intervenendo a Pechino alla Conferenza sulla "Nuova Via della Seta" ha mostrato tutto il suo entusiasmo per l'iniziativa: «Ci occorrono come non mai nuovi meccanismi di collaborazione che accrescano la fiducia reciproca, che riducano le barriere o gli ostacoli doganali», ha detto rivolgendosi ai leader cinesi.
DURANTE LA CONFERENZA stampa tenuta al termine dei lavori, il presidente russo ha anche aggiunto che la collaborazione tra i due paesi potrebbe estendersi ad altri settori strategici. «La nostra collaborazione con la Cina nel settore aereo-spaziale è già positiva e ci sono ora tutte le condizioni perché la Russia possa fornire ai nostri vicini motori missilistici».
L'INTERSCAMBIO ECONOMICO tra Cina e Russia ha raggiunto nel 2016 i 69.525 miliardi di dollari (più 2,2% rispetto al 2015) e le previsioni per il 2017 sono ancora più rosee. Secondo Forbes la Cina acquista già oggi dalla Russia 27 milioni di tonnellate all'anno di petrolio, facendo di quest'ultima il più importante esportatore di petrolio in Cina. Un volume destinato ad aumentare ancora nel 2018 quando sarà pronta una nuova pipeline siberiana che collegherà i campi petroliferi russi con il nord-est della Cina. I legami economici tra i due paesi, del resto, non si limitano al settore energetico.
LA CINA ACQUISTA derrate di cereali dalla Russia e allo stesso tempo partecipa alla costruzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Mosca a Kazan. E la penetrazione economica della Cina in alcune zone della Russia, come nella regione di Irskusk, principalmente nel settore immobiliare e tessile, risale addirittura agli anni Novanta. Putin a Pechino ha voluto sottolineare che il suo paese «non teme la penetrazione commerciale cinese, perché la Russia ha le spalle abbastanza larghe per affrontare qualsiasi tipo di sfida». Parole sicuramente di circostanza, dettate dalla necessità di ottenere gli investimenti cinesi quanto prima, ma che non devono essere dispiaciute a Xi Jinping.
LASTRADA CHE PORTA ad un'alleanza strategica tra Cina e Russia, seppur solo in campo economico, tuttavia non è tutta in discesa. I rapporti tra i due colossi in Asia, già difficili nel XIX secolo, non divennero più facili anche quando nel XX secolo entrambi aderivano formalmente all'ideologia marxista-leninista. E anche oggi nelle zone russe confinanti con la Cina sono diffusi i pregiudizi contro i commercianti cinesi che hanno condotto negli scorsi anni a veri e propri pogrom contro «i musi gialli che vogliono comprarsi la Russia». Sullo sfondo della crescente collaborazione economica tra Russia e Cina si stagliano le crescenti tensioni internazionali che l'ascesa di Trump alla Casa Bianca ha approfondito.
LA PROPENSIONE USA ad intraprendere misure protezionistiche ha destato più di una preoccupazione a Pechino mentre a Mosca, cadute le illusioni di una svolta filo-russa della Casa Bianca, si valutano molto negativamente i primi passi dell'amministrazione Usa in materia di politica estera. Se la Cina fino ad oggi si è mostrata assai cauta per quanto riguarda i teatri che maggiormente interessano la Russia (Ucraina e Siria), ha però incassato l'appoggio di Putin per una soluzione negoziale della crisi coreana.
PUTIN HA BISOGNO di alleati strategici per contrastare l'egemonismo americano e il blocco dell'Unione Europea. All'epoca del lancio dei Brics nel 2014, ha già accarezzato la prospettiva di un più stretto legame con Pechino. La "Nuova Via della Seta" potrebbe essere un viatico per rilanciarla.