La Repubblica, 26. 04. 2017
Primarie, caccia ai testimonial ma i gazebo non scaldano i vip.
Meno impegno in vista delle urne del 30 aprile.
Jovanotti si defila, Al Bano per Emiliano, ecco chi sta con chi.
Oggi il dibattito tv su Sky
di Tommaso Ciriaco
Roma. C’è quasi un tratto di clandestinità, in queste primarie che si trascinano stancamente verso il 30 aprile. Un solo dibattito tv, stasera su Sky, soprattutto pochissime celebrità disposte a sposare uno dei tre candidati. Certo, Al Bano — non esattamente un “compagno” — presta il proprio volto per sostenere Michele Emiliano, mentre Beppe Vacca si candida con Matteo Renzi. E certo, Maurizio Costanzo tifa Andrea Orlando. Ma sono lontani i tempi degli endorsement di Jovanotti e dei banchieri, in queste ore domina soprattutto l’allarme affluenza. Sia chiaro, uno dei tre sfidanti ha scelto il low profile a tavolino. Ovunque vada Renzi evita microfoni e flash, anche solo reperire gli scatti della sue missioni diventa un’impresa: la strategia è chiara, fare l’opposto dell’ultima campagna referendaria. Orlando, invece, ha mobilitato quanti più vip possibile: Dario Vergassola e Gherardo Colombo, don Tonino Palmese e l’olimpionico di scherma Salvatore Sanzo. E ancora, Alberto Melloni, Luciano Violante, Fabrizio Barca e Gad Lerner, il tastierista dei Nomadi Beppe Carletti. Il Guardasigilli ha fatto presa anche tra i padri nobili. Non su Walter Veltroni, che ha scelto il silenzio, ma sui prodiani: stanno tutti con Orlando. Il Professore non parla, ma invita a pranzo proprio il Guardasigilli. E che dire di Enrico Letta? Defenestrato dall’ex segretario, preferisce l’ex diessino: «Per la sua capacità di unire». È lunga, la lista dei delusi “celebri” del renzismo. Tra gli intellettuali, Emanuele Macaluso, che considera esaurita la spinta propulsiva del leader di Rignano. Come pure Giorgio Napolitano, amico e big sponsor del capo dei Giovani Turchi. La notizia, però, è che molti resteranno a casa. Pochissimi hanno scelto Emiliano: Al Bano, Pino Aprile, Erri De Luca e, chissà, J-Ax. Tanti altri, invece, diserteranno o più semplicemente eviteranno incoronazioni pubbliche. Uno su tutti, Jovanotti. Nel 2009 aveva sposato la causa di Dario Franceschini, nel 2012 quella di Renzi. Perdendo sempre, tanto da commentare: «Oh, io in politica non ne azzecco una». Stavolta, fanno sapere, è in piena fase creativa ed eviterà di schierarsi. E ancora, che fine hanno fatto gli endorsement di Sabrina Ferilli e Claudio Amendola, o di tante altre celebrità “in sonno”? La verità è che si è sfoltita soprattutto la nutrita pattuglia di renziani. Del grande freddo con Alessandro Baricco si è scritto molto. Voterà Renzi il professor Arturo Parisi, regista dell’Ulivo. Basso profilo e silenzio da parte di Roberto Benigni, assai schierato per il Sì al referendum. Resiste al fianco del vecchio amico Oscar Farinetti: «Voterò per Matteo. La sua storia non finisce qui. Anche Churchill fu richiamato».