sabato 29 aprile 2017

La Repubblica 26.04.2017
Elezioni in Francia: Mélenchon non dà indicazioni di voto per il ballottaggio
“Non voglio un banchiere” - L’incubo dei voti di protesta dalla sinistra radicale a Le Pen
Eliseo, Mélenchon non ha dato indicazioni per il secondo turno - E almeno un terzo del suo 19% potrebbe andare al Front National
di Pietro Del Re


Grigny.
I casermoni della Grande Borne, catastrofico esperimento di edilizia popolare dei primi anni Settanta, racchiudono tutti i vizi delle banlieue di Francia: povertà, insicurezza, islamizzazione delle frange più giovani della sua popolazione musulmana. Ora, la maggioranza degli abitanti di questa cité che sorge a Grigny, a una trentina di chilometri da Parigi, ha votato per il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon. Qui, dove il Pcf non ha mai perso consensi e dove il sindaco è ancora un comunista, il candidato dell’estrema sinistra francese è arrivato in testa al primo turno delle presidenziali con il 42% delle preferenze, superando sia Macron sia la Le Pen. Non avendo Mélenchon dato indicazioni di voto per il secondo turno, è lecito chiedersi a chi andranno le sue preferenze (19,6% al primo turno) il prossimo 7 maggio. Bernard Delacase, saldatore pensionato che incontriamo nel solo praticello spelacchiato della Grande Borne, dice: «Non voglio una Francia prigioniera dei burocrati di Bruxelles e degli oligarchi della finanza, perciò sono costretto a votare per Le Pen. Mi costa farlo per via delle divergenze che ancora mi separano dal Front National, ma so che farò la cosa giusta ». È vero, parte dei programmi economici dei due leader si sovrappongono, poiché preconizzano entrambi il protezionismo, la presenza di uno Stato forte, le pensioni a 60 anni, la riforma della legge sul lavoro e il mantenimento di quella sulle 35 ore, il rifiuto dei trattati di libero scambio. Le Pen e Mélenchon condividono anche alcune scelte politiche quali l’uscita dall’Ue, e la difesa della sovranità, nazionale per l’una, del popolo per l’altro. «Ma io tra un banchiere e una fascista preferisco astenermi », spiega una signora che non vuole dire il suo nome e che incrociamo all’ingresso di un piccolo supermarket. «Ero tranquilla, perché sicura che Mélenchon ce l’avrebbe fatta. Adesso sono confusa, anche se è certo che non voterò uno che esce dall’Ena (la scuola che sforna l’élite politica francese, ndr) e che si atterrà scrupolosamente al programma di Hollande. Per noi, Macron presidente significa lavorare di più e guadagnare di meno. Quanto a Le Pen, sono certa che non passerà». Dice il politologo Henri Vernet: «Su scala nazionale, molti elettori di Mélenchon provengono dal Front National. Sono quegli ex comunisti che avevano virato nel tempo verso l’estrema destra e che il candidato gauchiste ha saputo sedurre con una campagna strategicamente ineccepibile. Tutti questi voteranno Le Pen, come chi riconosce analogie nei due programmi. Ciò detto, le ultime previsioni indicano che solo un terzo del bacino elettorale di Mélenchon si riverserà su Marine. Ci sarà poi un terzo che voterà Macron e un terzo che si asterrà dal voto». Sebbene i sondaggi indichino che al secondo turno Macron trionferà, raggiungendo il 62-65% dei consensi, ieri pomeriggio il presidente uscente François Hollande ha comunque voluto strigliare quelli che considerano già vinte le presidenziali. «Non vi siete resi conto di quello che è successo domenica. Tutti hanno guardato il risultato come un ordine d’arrivo ma il punto è che al secondo turno è passata Marine Le Pen». Poco dopo è arrivata la risposta di Macron: «Non ho mai pensato di aver già vinto. Se le cose fossero già vinte, non avremmo visto elezioni all’estero finire come sono finite». Sempre ieri, anche la Cgt, il principale sindacato dei lavoratori si s’è schierato in un comunicato contro Le Pen, sia pure senza mai nominare Macron. Quando chiediamo ad Abdel Jaoud, autista di camion che vive a Grigny, se è d’accordo con chi critica il leader di estrema sinistra Mélenchon per non aver chiesto di sbarrare la strada alla candidata di estrema destra, lui alza le spalle. Poi dice: «È vero, Le Pen ce l’ha con tutti gli immigrati, ma Macron favorirà soltanto i ricchi, quindi ha fatto bene Mélenchon ha non dare indicazioni di voto. Prima di scegliere, io aspetterò di vederli duellare nel prossimo dibattito televisivo».
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