ANSA 27.04.2017
Trovato Dna ominidi in caverne dove non c’erano le loro ossa.
Estratto materiale genetico nei loro sedimenti.
Per la prima volta è stato estratto il Dna degli uomini preistorici dalle caverne in cui finora non
erano state trovati i resti fossili delle loro ossa. Il materiale genetico è stato recuperato dai sedimenti di sette grotte con una tecnica che potrebbe aiutare a riscrivere la storia dei primi uomini e dei loro predecessori. La descrivono sulla rivista Science i ricercatori dell'Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia, guidati da Matthias Meyer. Anche se i siti preistorici con reperti e manufatti dell'uomo abbondano, sono invece scarsi i loro resti ossei. Un problema a cui sembrano aver trovato una soluzione i ricercatori tedeschi. Dai campioni di sedimento di sette siti archeologici hanno infatti recuperato dei minuscoli frammenti di Dna appartenuti a diversi mammiferi, tra cui l'uomo di Neanderthal e di Denisova in Russia. ''Abbiamo voluto verificare se il Dna degli ominidi poteva sopravvivere nei sedimenti dei siti archeologici noti per essere stati occupati dagli antenati dell'uomo'', commenta Meyer. Il lavoro ha coinvolto una vasta rete di ricercatori nei siti presenti in Belgio, Croazia, Francia, Russia e Spagna, che hanno raccolto campioni che coprono un periodo che va da 14.000 a 550.000 anni fa. Dopo di che hanno analizzato i frammenti di Dna mitocondriale (cioè il materiale genetico dei mitocondri che sono le centraline elettriche delle cellule), identificando quelli appartenenti a 12 diverse famiglie di mammiferi, tra cui alcune estinte come il mammut e il rinoceronte lanoso. Dei nove campioni con abbastanza Dna umano per fare analisi più complesse, otto sono risultati appartenere ai Neanderthal e uno al Denisova. ''Così possiamo rilevare la presenza degli ominidi lì dove finora non si era riusciti a farlo con altri metodi'', aggiunge Svante Paabo, coautore dello studio.