La Stampa 9.2.17
Molotov, auto in fiamme e arresti
Quarta notte di guerriglia a Parigi
Non si placa la violenza dopo il pestaggio del giovane Théo da parte di 4 poliziotti
Il Parlamento annuncia il pugno duro: punizioni esemplari agli agenti responsabili
di Paolo Levi
Il
caso del giovane picchiato e sodomizzato con il manganello da una
pattuglia di quattro agenti della Police Nationale continua a infiammare
la Francia. «Stop alla guerra in banlieue»: l’appello di Theo ha solo
in parte contribuito a placare la rabbia delle periferie parigine. Per
la quarta notte consecutiva è continuata la guerriglia, dopo gli
incidenti e le accuse di violenza alla polizia nei confronti de
ventiduenne di Aulnay-sous-Bois. Per la prima volta da giovedì scorso la
situazione è stata più calma soltanto ad Aulnay, la cittadina del
ragazzo nel nord di Parigi. «Amo la mia città, vorrei ritrovarla come
l’ho lasciata», aveva chiesto ai concittadini, nell’appello dal suo
letto d’ospedale. Ma in diversi comuni limitrofi della Seine-Saint-Denis
ci sono stati ancora disordini, con lanci di bottiglie incendiarie,
cassonetti e auto dati alle fiamme. La polizia ha arrestato 17 persone. I
pompieri sono intervenuti per un inizio di incendio in una scuola,
l’autista di un autobus è rimasto ferito in modo leggero dal lancio di
una molotov. Ieri in serata cinque giovani sono stati condannati per
direttissima a 6 mesi di carcere, per le violenze urbane a a Aulnay.
Dopo
la visita a sorpresa del presidente Hollande al capezzale della vittima
col volto ancora tumefatto, il premier Bernard Cazeneuve ha rivolto un
nuovo messaggio di vicinanza: «A nome del governo voglio rivolgere a
questo ragazzo, attualmente nel suo letto d’ospedale, il nostro profondo
rispetto e la nostra solidarietà». Un riferimento, in particolare,
all’appello alla calma lanciato dalla vittima alle periferie. Parole -
le ha definite Cazeneuve in Parlamento - di «grande responsabilità e
dignità che hanno una forza repubblicana» e che meritano il plauso della
nazione. «Non si possono tollerare violenze da parte della polizia», ha
poi concluso il premier, incassando l’applauso dei deputati
all’Assemblée Nationale. A meno di tre mesi dal voto per l’Eliseo, tutta
la classe politica, a eccezione di Marine Le Pen (candidata Front
National), chiede punizioni esemplari contro i quattro poliziotti, di
cui uno indagato per stupro e gli altri tre per violenze di gruppo.
Diverse
associazioni anti-razzismo, tra cui Sos Racisme, vogliono un incontro
con i più alti vertici dello Stato. «Quello che è successo a Aulnay -
affermano in una missiva - è grave. In questa circostanza la violenza
della polizia ha preso un carattere sessuale e razzista. Chiediamo di
essere ricevuti dal presidente della Repubblica per garantire
l’attuazione di soluzioni concrete». Il fermo era avvenuto giovedì
scorso, nei pressi della casa del ragazzo, dove i quattro agenti lo
avrebbero inseguito e picchiato durante un controllo di identità
degenerato per un diverbio. Il poliziotto accusato di stupro si è difeso
evocando un «incidente».
Ma l’aggressione è avvenuta sotto
l’occhio delle telecamere e la diagnosi dei medici non sembra lasciare
dubbi: «Ferita longitudinale del canale anale». Nell’immagine che ha
fatto il giro del mondo il ragazzo divenuto simbolo di quelle periferie
dell’emarginazione per le quali l’ex premier Valls parlò di «apartheid»
appare a letto, ancora intubato al fianco di Hollande, con indosso una
maglia dell’Inter. Ieri il club nerazzurro lo ha invitato ufficialmente a
Milano. «Abbiamo contattato Théo per dirgli che, quando starà bene,
sarà nostro ospite a San Siro», scrive il club su Twitter. Il ragazzo ha
fatto sapere che italiano è anche il suo calciatore preferito: Cassano.