La Stampa 8.2.17
Pestato e violentato dai poliziotti
Rivolta nelle banlieue di Parigi
Il ragazzo aggredito: ora basta alla violenza. Hollande: la giustizia andrà fino in fondo
di Paolo Levi
Massacrato
dalla polizia nella Patria dei Diritti umani. La paura di una nuova
rivolta nelle banlieue di Francia dopo le violenze di quattro poliziotti
ai danni di Théo, il ventiduenne di colore fermato, pestato e, secondo
le accuse, sodomizzato con un manganello, irrompe nella campagna
presidenziale francese. «La giustizia andrà fino in fondo», garantisce
François Hollande, che ieri - nel tentativo di riportare la situazione
alla calma dopo tre notti di proteste, con auto incendiate e
danneggiamenti nella periferia di Aulnay-sous-Bois - è andato
personalmente a trovare il ragazzo nella stanza d’ospedale in cui è
ricoverato. Nella visita a sorpresa il capo dello Stato ha reso omaggio
al «comportamento esemplare» di Théo, che - sono le sue parole - ha
reagito con «dignità e responsabilità» dopo le violenze subite dai
quattro agenti indagati, di cui uno per stupro e gli altri tre per
violenze di gruppo.
Nell’immagine Hollande stringe la mano della
vittima divenuta in poche ore il simbolo di quelle periferie
dell’emarginazione per le quali l’ex premier Manuel Valls parlò di
apartheid. Théo è disteso a letto, con il volto tumefatto, indossa una
maglia dell’Inter. Ora la speranza è che quella foto del presidente al
suo capezzale possa contribuire a sedare la rabbia delle periferie
insieme con l’appello, commovente, rivolto dal ragazzo ai concittadini
di Aulnay. «So quello che sta accadendo. Amo la mia città e quando
tornerò vorrei ritrovarla come l’ho lasciata. Quindi, ragazzi, stop alla
guerra. Pregate per me». «Grazie per questo messaggio - gli ha risposto
Hollande - per questa fiducia e per l’amore per la tua città». Poco
prima, davanti alle telecamere, il capo dello Stato era stato chiaro:
«La giustizia è garante delle libertà e i cittadini devono capire che è
la giustizia che li protegge se i loro diritti sono stati violati, se la
loro integrità fisica non è stata rispettata, anche se da parte delle
forze dell’ordine».
Il fermo era avvenuto giovedì, vicino casa
sua, dove i quattro agenti lo avrebbero inseguito, picchiato e usato
violenza contro di lui durante un controllo di identità degenerato,
pare, per un diverbio. Il poliziotto accusato di stupro si è difeso
evocando un «incidente». Ma l’aggressione è avvenuta sotto l’occhio di
una telecamera, il video diffuso ha suscitato indignazione in tutto il
Paese, il primo ministro Bernard Cazeneuve ha chiesto «fermezza», mentre
il candidato socialista alle presidenziali del 23 aprile e del 7
maggio, Benoit Hamon, ha denunciato fatti «inammissibili». Diversa la
posizione di Marine Le Pen,la leader del Front National che ieri era in
commissariato per solidarizzare con le forze dell’ordine. «Il mio
principio di base - ha detto - è prima di tutto sostenere polizia e
gendarmeria, almeno fino a quando i giudici non avranno dimostrato che è
stato perpetrato un crimine o un delitto».
La diagnosi dei medici
sembra non lasciare dubbi: «Ferita longitudinale del canale anale»,
«lacerazione del muscolo sfintere». L’altroieri si era svolta a Aulnay
una marcia di sostegno al ragazzo e di protesta contro la polizia, ieri
le madri del quartiere hanno chiesto che le forze dell’ordine non
tengano più d’assedio la zona.