Repubblica Roma 7.12.16
Ai confini della città c’è chi soffia sul fuoco
VIA
FILOTTRANO non sembra la periferia degradata a cui spesso si associano
le lotte di frontiera, San Basilio è un’ora e mezza di metro e bus dal
centro. C’è il verde (non curatissimo) e ci sono i palazzi che spesso
hanno i muri rossicci, balconi bianchi e finestre verdi. Ci si arriva
col 343, uno dei tanti mezzi romani sul quale nessuno è minoranza. È
tardo pomeriggio quando già sono accorsi giornalisti, telecamere, la
gente parla dei problemi di quartiere ai microfoni che si stanno aprendo
su questo scorcio di Roma. La famiglia marocchina a cui era stata
assegnata la casa popolare è stata espulsa come un corpo estraneo, la
cronaca del mattino racconta della rivolta degli italiani contro gli
stranieri sotto le insegne di inequivocabili striscioni su cui campeggia
la parola “Negri”.
I SOFFIATORI sul fuoco della xenofobia hanno
già cominciato le loro fruttuose attività e tutto sembra spingere verso
il grande tema di una parte dell’opinione pubblica, italiani vs
stranieri e viceversa. Stranieri privilegiati, italiani mazziati. Eppure
San Basilio non è Goro, qui è Roma, la città più multietnica di Italia
dove ogni minoranza è stata assorbita (anche se non sempre integrata).
Quando
ci sono conflitti proteste e rivolte nelle periferie romane bisogna
trattarla sempre come qualcosa di unico, non paragonabile ad altre
situazioni italiane, poiché Roma è irripetibile. Innanzitutto Roma è
l’unica macrocittà italiana, unico contenitore di decine di realtà
metropolitane, municipi e quartieri che possono arrivare anche a 300.000
abitanti. È la metropoli italiana dove si parcellizza tutto. L’episodio
di ieri non pare ascriversi nel generico conflitto italiano/ stranieri,
ma in un altro tipo di malessere. E in questo momento a Roma, nella sua
periferia sta crescendo un disagio dove i conflitti razziali non sono
un fine ma un mezzo. Ogni quartiere della periferia romana ha le sue
esigenze e verità. San Basilio è stata sotto i riflettori molto spesso
negli ultimi cinque anni per varie vicende legate alla cronaca. Ma è un
quartiere di lavoratori, di gente che fatica per arrivare in centro, ma
trova case con affitti più bassi. San Basilio non è il bronx ma come
tutti i quartieri di Roma, soffre un’emergenza edilizia, le case ci
sono, ma sono accessibili molto meno rispetto alla domanda. Dietro quei
cartelli che inneggiano all’italianità c’è qualcosa di più complesso di
ciò che si può attribuire alla sfera della xenofobia. Ogni quartiere ha
le sue contraddizioni, la criminalità e i conflitti multetnici sono
molto frammentati perché possano essere definiti in una mappa precisa.
Il grande tema di questa città accanto a rifiuti e mobilità è proprio il
tetto, come in un paese che sta rinascendo da una guerra. Il tetto
prima di tutto. Gli striscioni contro gli stranieri sono un fuoco che
attira l’attenzione. È un fuoco sul quale molti possono soffiarci. E i
soffiatori alla lunga rischiano seriamente di bruciarsi.