Repubblica 8.12.16
M5S, sull’Italicum parlamentari in rivolta
Assemblea
degli eletti, crescono le critiche sulla conversione al sistema tanto
criticato. Grillo è stanco: niente consultazioni al Quirinale
di Annalisa Cuzzocrea
ROMA.
Beppe Grillo è costretto a dirlo ancora una volta. Il candidato premier
del Movimento 5 stelle sarà scelto online. Il fondatore - che è stanco è
non parteciperà alle consultazioni al Quirinale, anche perché lunedì e
martedì ha uno spettacolo a Genova - interviene perché le acque del
Movimento sono agitate. Le parole di Roberto Fico - il primo a dire dopo
Luigi Di Maio che, se i 5 stelle vorranno, lui potrebbe candidarsi -
hanno polarizzato i gruppi parlamentari. Così, ieri mattina in radio il
senatore Vito Crimi si affrettava a dire: «Io sto con Luigi», mentre
alla Camera un deputato come Andrea Colletti dichiarava: «Sono felice
delle parole di Roberto. Cosa pretendevano? Il candidato unico?».
Non
dice solo questo, Colletti, che poche ore prima ha scritto un post su
Facebook per disconoscere la linea imposta dal blog sulla legge
elettorale. «Ritengo folle ragionare in questo modo perché ci metteremmo
alla stregua dei politicanti che hanno approvato l’Italicum», è
l’accusa lanciata ai vertici. «C’è un problema di metodo e uno di merito
spiega nella penombra della sala lettura di Montecitorio - che senso ha
un’uscita del genere senza aspettare l’assemblea? E poi perché decidere
di estendere l’Italicum al Senato, dopo averlo combattuto per tutto
questo tempo? Come al solito, al nostro interno, c’è chi esagera con la
tattica». Il deputato M5s non crede che il capo dello Stato e le altre
forze politiche consentano di andare a votare subito, così come non
crede che l’assemblea dei parlamentari avrebbe dato il via a una linea
del genere, se avesse potuto deciderla.
Per questo, anche sulla
legge elettorale, Beppe Grillo torna a intervenire via blog e spiega che
- senza la riforma costituzionale - l’Italicum non è così pericoloso.
Parla soprattutto ai suoi parlamentari, che vede riottosi e divisi. A
sera, durante l’assemblea - rigorosamente senza streaming - di deputati e
senatori tirano fuori tutti i loro dubbi su una decisione che non hanno
potuto condividere. La risposta è che della questione si sono occupati
gli esponenti delle commissioni Affari Costituzionali di Camera e
Senato. Non convince tutti, però. «È l’ennesima decisione calata
dall’alto», sbotta più d’uno.
Non solo. L’altro tema che divide,
la ragione per cui la riunione è stata posticipata di giorno in giorno e
poi alle sette e mezzo di sera in modo che i più andassero via per
sfinimento, è quella dei tre deputati sospesi per la vicenda delle firme
false a Palermo. «Perché punire loro e non altre persone indagate come
Nogarin o Muraro?».
L’invito che arriva da Grillo è di guardare
avanti: c’è da scrivere il programma, formare la squadra di governo.
«Siamo pronti, abbiamo già individuato 509 persone per i posti chiave»,
raccontava in Transatlantico Angelo Tofalo mentre un deputato
direttamente in contatto con la Casaleggio - dietro di lui - scuoteva la
testa: «Mica vero, siamo indietrissimo, ma non lo ammetteremo mai. E
sabato pomeriggio da Mattarella chiederemo che si voti subito».