Repubblica 6.12.16
La prima sconfitta di De Luca tradito dalla sua terra
di Ottavio Lucarelli
NAPOLI.
 «Ha vinto un clima di ostilità contro il governo». Il presidente 
Vincenzo De Luca assapora a 67 anni la sua prima sconfitta. La cavalcata
 iniziata nel 1993 con l’elezione plebiscitaria a sindaco di Salerno si 
interrompe contro l’ostacolo referendum costituzionale. La Campania di 
De Luca non è il granaio di Renzi e segue l’andamento delle altre 
regioni meridionali. Il no in regione è al 68,5 e perfino la roccaforte 
salernitana di De Luca, che negli ultimi mesi ha speso ogni energia per 
il sì, boccia la riforma con il 60 per cento. Una sconfitta amplificata 
dalla scelta di insediare il figlio primogenito Piero alla guida dei 
comitati a sostegno della riforma.
Vincenzo De Luca in mattinata 
evita di partecipare all’inaugurazione di una mostra nel centro storico 
di Napoli dove era annunciato assieme al suo amico Vittorio Sgarbi. 
Preferisce rinchiudersi in Regione e accusa: «Un voto così uniforme e 
forte non può non contenere motivazioni contraddittorie. Il contenuto 
della riforma ha suscitato un dibattito rimasto sullo sfondo. Sui temi 
referendari hanno prevalso spinte politiche contro il presidente del 
Consiglio e così i risultati dell’azione di governo nel campo sociale e 
dei diritti civili sono stati azzerati. La questione dell’immigrazione e
 il problema della sicurezza urbana hanno pesato fortemente e nel 
Mezzogiorno è emerso un malessere sociale cui si dovrà rispondere con un
 piano per il lavoro».
La sconfitta per De Luca è accompagnata 
dalla registrazione e diffusione del nastro della riunione di alcune 
settimane fa all’hotel Ramada di Napoli quando ha invitato gli 
amministratori locali della Campania a imitare il sindaco di Agropoli, 
Franco Alfieri, quale esempio di clientelismo e offrire fritture di 
alici per convincere gli indecisi. Ma anche ad Agropoli, dove il sindaco
 Pd è eletto con l’80 per cento, ha vinto il no al 67,78.
Nel 
pomeriggio a Salerno De Luca ha deciso di tornare in piazza per tagliare
 il nastro a un Centro commerciale assieme alla madrina Serena Autieri. 
«Io arrabbiato? No, godo di ottima salute».
Ma intanto Cinque 
stelle e centrodestra chiedono le sue dimissioni da presidente della 
Campania. I seguaci di Grillo si sono riuniti in Consiglio regionale con
 il leader cittadino Roberto Fico, presidente della commissione di 
vigilanza Rai: «Qualcuno credeva che la Campania fosse la roccaforte del
 sì per Renzi e, invece, i cittadini hanno dato una sonora bocciatura a 
De Luca e alla sua politica».
Da Roma il senatore di Forza Italia 
Maurizio Gasparri affonda i colpi: «Travolto dagli elettori che in tutta
 la Campania, anche a Salerno e Agropoli, hanno votato no, De Luca sarà 
finalmente al centro dell’attenzione della Procura di Salerno? Negli 
uffici non hanno letto il delirante discorso in cui esortava i sindaci 
al voto di scambio e alle pratiche clientelari? Chiederò un’ispezione da
 parte delle autorità competenti nei confronti degli inetti magistrati».
 
