martedì 6 dicembre 2016

Repubblica 6.12.16
Michele Emiliano
Il governatore della Puglia: “Mi candido segretario tra 4 anni”
“Pronto a guidare i dem ma ora pensiamo a rifare il centrosinistra”
intervista di Giovanna Casadio

ROMA. «Pronto a candidarmi alla segreteria del Pd? Ma non ora. Una cosa per volta: ho davanti altri quattro anni del mio lavoro in Regione ». Michele Emiliano, il governatore della Puglia, schierato per il No, è indicato da alcuni dem come possibile sfidante di Renzi. Nottetempo ha scritto su Facebook: “La Costituzione è salva”. E si prepara a partecipare domani alla direzione del Pd.
Emiliano, tutto il Sud ha dato il benservito al governo. La Puglia ha un suo record del 67,2% per il No, lei ha fatto da traino?
«Renzi se l’è chiamata questa valanga di voti su se stesso. Per quanto riguarda la Puglia, forse ha seguito il voto del suo presidente: se c’è un legame autentico tra una comunità e la sua leadership, il parere del presidente della Regione conta. Può darsi che il mio abbia contato, ma anche gli ostacoli che il governo nazionale ha messo sulla strada del nostro programma: la Puglia ha rivendicato la propria autonomia».
Renzi deve lasciare la segreteria del Pd?
«La decisione è sua, io sono solo un militante. Certo gli errori più grandi Renzi li ha fatti come segretario del partito. Ma i suoi sbagli li conosce benissimo, politicamente la gestione di questi tre anni è stata terribile».
Alcuni dem la indicano come possibile segretario del Pd, è pronto?
«Sono pronto…tra quattro anni. Per ora sono presidente della Regione Puglia e quello è il mio compito principale: una cosa alla volta ».
Nel Pd lacerato, ci sarà una resa dei conti?
«Non credo, il Pd è abituato a queste fasi. Faccio una proposta: invece di lacerarci, discutiamo del programma e anticipiamo il congresso».
Perché si è schierato per il No alla riforma costituzionale?
«Facciamo un esempio concreto. È saltato alla Camera l’emendamento dei 50 milioni di euro per la sanità della città di Taranto, martoriata dall’Ilva: la promessa però è che sarà recuperato al Senato. Ecco, per fortuna che il Senato c’è, saperlo è un gran sollievo».
Però quello di domenica sul referendum è stato un voto politico?
«Sul fronte del Sì c’erano anche la grande finanza, la Confindustria, le lobby dei banchieri, i petrolieri, cosa c’entrano con noi, con il centrosinistra? Il risultato del referendum tuttavia io ritengo sia stato frutto di una sorta di risalita carsica della stessa Costituzione che si è sedimentata dentro di noi. È la seconda volta che gli italiani dicono sia alla destra che alla sinistra che la Costituzione non va cambiata. Quindi chiudiamola qui. E applichiamola»
Ha esultato per la vittoria del No?
«Le dimissioni di Renzi mi hanno addolorato. Le ho viste in tv con alcuni amici per il No che erano contenti. “No - ho detto - non c’è nulla di cui essere contenti, è un’occasione perduta per tutti. Le dimissioni del premier e segretario non mi provocano nessuna gioia”. Agli errori di Renzi se ne aggiungono adesso altri dei suoi collaboratori».
Quali?
«Sento dire che il Pd riparte dal 40% dei Sì al referendum»
È una affermazione di Lotti
«Ma dentro il Sì e il No c’è di tutto… se Lotti pensa che il Pd debba andare avanti da solo, sbaglia. Io governo con lo schema del centrosinistra largo: dai partiti centristi alla sinistra italiana vendoliana. Se con una sconfitta di questo livello, la segreteria dem pensa di andare alle elezioni senza ricostruire il centrosinistra, mi preoccupo. Sarebbe un errore politico che ci porterebbe a perdere le elezioni. Nel fronte del No c’era un mare di Pd, non solo 5Stelle, ma ex iscritti, l’Anpi, il sindacato Cgil, costituzionalisti, molta parte del mondo della scuola... questo è un blocco di due milioni di voti che non so come siamo riusciti ad alienarci proprio nel momento in cui stavamo stabilizzandoli e assumendoli nella Pubblica amministrazione. Renzi avrebbe avuto bisogno di buoni consigli».
Lei non glieli ha dati?
«Non sono mai riuscito in un anno e mezzo a incontrarlo. Anche questo modo di gestire il partito, forse per il doppio incarico, ha avuto il suo peso negativo».