lunedì 5 dicembre 2016

Repubblica 5.12.16
Lo scontro nel Pd
La rivincita dei “rottamati “Congresso e nuovo leader”
Guerini convoca la direzione per domani. Deirio: “Non è escluso che Matteo si dimetta anche da segretario”
Bersani: “Ora l’hanno vista tutti la mucca nel corridoio” D’Alema: “Sconfitto il disegno del Partito della Nazione” Per la sfida sulla leadership in campo Martina, Speranza, Rossi e Orlando. L’ipotesi di un reggente prima del congresso
di Giovanna Casadio

Roma. «La vedete ora la mucca nel corridoio? Si è capito che c'era un problema nel governo e nel Pd?». Pierluigi Bersani è a Piacenza e ricorre alla vecchia metafora. Ha guardato in tv l'annuncio di dimissioni del premier. Per l'ex segretario che si è schierato con il No portandosi dietro una nutrita pattuglia di dem, la sconfitta del Sì e di Renzi non può non avere conseguenze anche nelPd.
Facile prevedere che la riconquista del partito da parte della minoranza partirà subito. Bersani e Massimo D'Alema, leader del No, giudicano di fatto la leadership di Renzi al capolinea. Ma lui forse giocherà d'anticipo. «Non sono escluse a priori anche le sue dimissioni da segretario del Pd». Conferma Graziano Deirio, già aH'arrivo dei primi risultati e benché l'incertezza regni sovrana. L'affluenza massiccia alle ur- ne dà del resto la dimensione di voto politico in cui si è trasformato il referendum costituzionale e reso definitiva la sconfitta di Renzi. Per il ministro delle Infrastrutture, renziano della prima ora, che ha archiviato nella sua rubrica telefonica Matteo alla voce Mosè, «quello che doveva succedere nel Pd è già successo, una parte del partito ha votato per il No».
La resa dei conti è arrivata. Si apre la battaglia nel Pd. Scontato un congresso anticipato. Si rafforza anche l'ipotesi di un 'reggente', come accadde dopo le dimissioni di Bersani, quando il partito fu affidato a Guglielmo Epifani. Intanto il vice segretario Lorenzo Guerini ha annunciato la convocazione della Direzione per domani. Se il Sì avesse vinto, per la minoranza schierata contro la riforma costituzionale, la scissione sarebbe stata dietro l'angolo. Ora la vittoria del No, fa saltare il tavolo renziano. Per D'Alema, il nemico dem del premier-segretario, è l'ora della rivincita. «Capisco l'amarezza della sconfitta e anche la dignità con la quale il presidente del Consiglio ha tratto le conclusioni », afferma. E aggiunge: «Sulle dimissioni di Renzi da segretario del Pd, deciderà il Pd. Io non competo, ma il Pd deve tornare a essere il Partito democratico non il partito di Renzi. Io non voglio togliere spazio a lui, era lui che voleva rottamare, spero questa passione gli sia passata. Comunque è stato sconfitto il disegno neo centrista del partito della Nazione».
Le grandi manovre dem sono cominciate. Con alcuni 'distinguo' e alleanze già in corso tra le correnti 'in sonno' . «Sul campo di questa battaglia referendaria resta un Pd disarmato». Bersani lo ha ribadito nei giorni scorsi. I bersaìs niani sono soddisfatti: «Per fortuna che noi sinistra dem abbiamo rappresentato quella parte del centrosinistra che ha votato No come l'Anpi, l'Arci, la Cgil».
Il congresso del Pd era previsto dallo statuto per novembre prossimo, ci sarà al più presto. Ma qui per la sinistra dem si aprono molti problemi. Non ancora pronto infatti è il campo della alternativa a Renzi. Chi si candida a sfidarlo, ammesso che il segretario di ricandidarsi abbia voglia?
Speranza è tentato dal farlo, ma ha ammesso che l'appoggio deve essere ampio e convinto. E in pole position tra gli sfidanti c'è l'attuale Guardasigilli, Andrea Orlando. La sua corrente, i 'giovani turchi' è diventata renziana in corso d'opera, dopo avere appoggiato alle primarie del 2013 Cuperlo contro Renzi. Ma soprattutto Orlando ha condotto la battaglia referendaria come 'Sinistra per il Sì'accanto a Maurizio Martina. E anche lui, il ministro dell'Agricoltura, è indicato come possibile candidato alla guida del Pd. Per ora l'unica candidatura formalizzata è quella di Enrico Rossi, governatore della Toscana. Nelle scorse settimane tante le riunioni delle correnti, da Areadem di Dario Franceschini ai 'turchi' di Matteo Orfini. Cuperlo - alla fine sul fronte del Sì dopo avere ottenuto l'impegno di Renzi a cambiare l'Italicum - parla del ritorno al centrosinistra. «Il partito della nazione con Verdini è archiviato »: rincarano i bersaniani. In serata accorrono nella sede del partito, al Nazareno, i vice segretari Guerini e Serracchiani, i capigruppo Rosato e Zanda, i ministri Boschi, Franceschini, Pinotti: al capezzale del Pd.