Repubblica 11.12.16
Migranti, l’Italia sorpassa la Grecia
Quasi
tremila rifugiati in più nel 2016: è l’effetto dell’accordo tra Ue e
Turchia che ha chiuso la rotta balcanica Le organizzazioni umanitarie
puntano il dito: più attenzioni ad Atene da parte di Bruxelles, Roma
lasciata sola
di Vladimiro Polchi
ROMA. L’Italia
stacca la Grecia: il nostro Paese conquista il primato tra le mete dei
flussi migratori nel Mediterraneo. Il sorpasso è nei numeri degli ultimi
giorni: 174.962 i rifugiati arrivati quest’anno via mare sulle coste
italiane, contro i 172.160 sbarcati in Grecia. E così il nostro Paese si
conferma in prima linea a fronteggiare l’ondata migratoria, mentre
l’accordo Ue-Turchia di marzo scorso ha quasi azzerato i flussi verso
Atene e chiuso la rotta balcanica.
Un passo indietro. Nel 2015,
oltre un milione di migranti ha raggiunto l’Europa via mare: un record
senza precedenti. Il flusso più imponente quello diretto verso la
Grecia: oltre 850mila rifugiati che, attraverso la rotta balcanica, sono
arrivati nel cuore del Vecchio Continente. Nel 2015, l’Italia ha invece
registrato 153.842 arrivi. L’Europa sotto pressione ha deciso di porre
un argine ai flussi balcanici: il 20 marzo scorso è entrato in vigore
l’accordo con la Turchia, in base al quale Ankara si impegna a bloccare
le partenze e a riprendersi gli irregolari partiti dalle proprie coste.
Il risultato? Crollo dei migranti sbarcati nel 2016 in Europa: finora
sono “solo” 352mila. Insomma ben al di sotto del record 2015. Ma la
contrazione è tutta a vantaggio della Grecia, che dopo l’accordo con
Ankara ha visto frenare i flussi. Un esempio: a novembre 2016 Atene ha
registrato solo 1.991 sbarchi (rispetto ai 150mila del novembre 2015).
L’Italia invece è tornata a farla da padrone: 174.962 i migranti
arrivati finora (secondo i dati Unhcr, il Viminale aggiorna il numero a
175.295). Ben più di quanti sbarcati nel corso di tutto il 2015
(153mila) e perfino dell’anno record 2014 (170.100). Numeri che si
traducono anche in un diverso peso che grava sui due Paesi.
«Oggi
la Grecia accoglie circa 58mila rifugiati e lì abbiamo un piano alloggi
da 20mila posti finanziato dalla Commissione europea — spiega Carlotta
Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa — mentre l’Italia ospita oltre
176mila migranti». Eppure la politica europea pare non accorgersene:
«Mentre la Grecia continua a godere di una giusta attenzione da parte
dei partner europei, l’Italia è lasciata più sola — sostiene Christopher
Hein, consigliere strategico del Cir (Consiglio italiano rifugiati) —
perché mentre da noi crescono sbarchi e richieste d’asilo, il resto del
Continente vede diminuire il numero dei migranti, anche grazie alla
chiusura di alcune frontiere proprio con l’Italia, come quelle di
Ventimiglia, Chiasso, Brennero».
Non solo. Diverse restano anche
le provenienze dei due flussi: siriani e afgani in prevalenza sulla
rotta verso la Grecia, quasi solo africani invece verso l’Italia (21%
dalla Nigeria, 12% dall’Eritrea, 7% da Guinea e Costa d’Avorio, 6% da
Gambia e Senegal, 5% da Mali e Sudan). Anche per questo, il commissario
Ue, Dimitris Avramopoulos, l’8 dicembre scorso ha spiegato che «se
confrontiamo Italia e Grecia, vediamo che fino all’80% dei migranti che
attraversano il mar Egeo sono profughi, mentre la maggioranza di quelli
che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, anche in questo caso
l’80%, sono irregolari ». Non si arresta infine la conta delle tragedie
del mare nel 2016: più di 4.700 sono le persone morte o disperse finora
nel Mediterraneo.