domenica 11 dicembre 2016

Repubblica 11.12.16
Congresso Pd, Renzi riparte in camper
L’ex premier fissa le date: partenza il 10 gennaio in tour come nel 2013. Primarie tra febbraio e marzo L’irritazione della sinistra dem. Bersani: “No a un altro referendum su Matteo”. E Cuperlo chiama Pisapia
Renzi ha spiegato di voler arrivare quanto prima al congresso «così si capisce chi sta in maggioranza e chi all’opposizione»
Domani il primo confronto in direzione tra il segretario e i suoi avversari
di Giovanna Casadio

ROMA. «Il 10 gennaio parto. Comincio la campagna per le primarie ». Matteo Renzi brucia le tappe: domenica prossima ha convocato l’Assemblea dei “mille”, il parlamento del Pd. Via quindi al congresso, che porterà a marzo alle primarie. O forse a febbraio. Luigi Zanda prevede che sarà «tra febbraio e marzo». E certo «Matteo non starà a fare l’ordinaria amministrazione di partito», spiega Lorenzo Guerini, il vice segretario a cui Renzi ha affidato il Pd all’indomani del suo insediamento a Palazzo Chigi, dopo lo sfratto di Enrico Letta. Era il 13 febbraio del 2014. Renzi era segretario del Pd dall’anno prima. Aveva fatto la campagna delle primarie - la seconda, perché quella del 2012 l’aveva persa contro Bersani - girando l’Italia a bordo di un camper e con lo slogan: “Adesso”. Aveva trionfato. Ricomincia da lì. Guerini conferma che ha intenzione di fare iniziative in giro per il paese, «per dare un profilo al partito».
L’irritazione della sinistra dem guidata dai bersaniani schierati per il No al referendum, cresce. «Se pensa di nuovo a un referendum su di sé, non è più tempo». Ha ragionato Bersani dopo l’annuncio dell’accelerazione sul congresso. In ballo c’è il Pd. La “ditta” da ricostruire. Con Roberto Speranza candidato segretario? «Renzi non capisce dove va il paese», aveva detto nelle settimane passate Bersani, convinto che questa volta il fronte “no Renzi” se la può giocare. Soprattutto se saprà creare una alternativa forte. I “player” in campo però potrebbero essere tanti: non solo Enrico Rossi, il governatore della Toscana - già candidato - ma anche altri amministratori locali come Sergio Chiamparino o Nicola Zingaretti, oltre al gettonato Michele Emiliano. Speranza quindi per candidarsi alla ledership dem deve potere contare su un appoggio più vasto di Area riformista, la corrente bersaniana.
Negli incontri a Palazzo Chigi ieri Renzi non ha parlato solo di governo, passato e futuro: con Dario Franceschini, il ministro dei Beni culturali, leader di Areadem, e azionista di maggioranza del Pd renziano, si è discusso di partito. Una prima resa dei conti ci sarà domani nella direzione convocata per mezzogiorno al Nazareno. Martedì scorso infatti la direzione ha solo ascoltato la comunicazione del premier dimissionario, aggiornando il dibattito. L’unico che ha provato a parlare è stato Walter Tocci per dire la sua sulla crisi di governo ma anche sul Pd: «Accelerare sul congresso ma con l’ interim a una personalità autorevole e di garanzia».
Nelle grandi manovre di queste ore, alleanze di correnti si rinsaldano o si allentano. La minoranza dem è senz’altro più divisa, perché Gianni Cuperlo ha fatto una scelta per il Sì al referendum e ha sancito la spaccatura anche con i bersaniani. Cuperlo ha organizzato una manifestazione a Bologna, lunedì 19 alla quale interverranno il sindaco bolognese, Virginio Merola, l’ex primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, Andrea De Maria, Sandra Zampa, Sandro Gozi. Slogan: «Per un nuovo centrosinistra». Stesso titolo della manifestazione bersaniana di sabato 17 a Roma al centro Frentani. E prima di Natale Matteo Ricci, vice presidente del Pd, sindaco di Pesaro, ha preparato un incontro di tutti gli amministratori dem: «Dobbiamo ripartire dal buon governo locale, il Pd guida il 65-70% delle amministrazioni». Appuntamento al Nazareno probabilmente il 20. Renzi ha già messo in cantiere una bozza di programma: c’è anche un suo libro sui mille giorni e la sfida del cambiamento.