mercoledì 7 dicembre 2016

La Stampa 7.12.16
Caccia ai migranti nelle case popolari
“Via i negri, qui vogliamo solo italiani”
Roma, il quartiere San Basilio contro una famiglia di assegnatari marocchini
di Maria Corbi

Via Filottrano, San Basilio, fermata dell’inferno capitale, dove disoccupazione, malavita, dispersione scolastica, spaccio sono le cifre quotidiane, e dove in un palazzo di questa borgata stretta tra la Nomentana e la Tiburtina, ieri, gli abitanti hanno fatto le barricate contro l’arrivo di una famiglia marocchina composta da madre, disoccupata, padre operaio edile e tre bambini, di 1, 4 e 7 anni. «Via i negri, qui vogliamo soltanto italiani», «Tornate a casa vostra con il gommone». Un’accoglienza violenta a parole e con i fatti. 24 famiglie scese in strada per impedire che i nuovi assegnatari prendessero possesso dell’ appartamento da cui la mattina erano stati fatti sgombrare tre fratelli che da sei mesi la occupavano abusivamente. Gli uomini della polizia locale si sono trovati di fronte a una vera rivolta ed erano pronti a forzare il blocco umano, ma la signora marocchina ha deciso di rinunciare alla casa trascinando via da li i bambini in lacrime e spaventati.
Dietro la rivolta razzista ci potrebbe essere il racket delle occupazioni abusive e il business della droga, ipotizza la polizia municipale, che ha denunciato finora cinque residenti per violazione della legge Mancino. Perchè il quartiere di San Basilio è considerata una delle principali piazze di spaccio della capitale e le case popolari spesso vengono usate come punti di guardie dalle «vedette» che poi avvisano i pusher quando ci sono operazioni di polizia. Ma potrebbe anche essere semplicemente, e tristemente, una lotta tra poveri, come spiegano i protagonisti di questo episodio che mescola, disagio, insofferenza, ignoranza e intolleranza.
Adriano, Claudio e Guido sono i tre fratelli per cui i condomini di Via Filottrano 15 hanno fatto le barricate cacciando una madre e i suoi figli. Sono qui, nel cortile del palazzo, ancora a tarda sera, a spiegare la loro versione. «Ma quale razzismo, la gente ha protestato perchè ci conosce e sa che abbiano bisogno di una casa. Mio fratello è disabile, io sono disoccupato, ho una figlia e due nipoti in casa famiglia e sono stato cacciato dalla casa in cui stavo», dice Adriano. Casa occupata abusivamente. «Era vuota, avevamo bisogno. Io la casa popolare la ho chiesto nel ’91, poi non ho più seguito la pratica, perchè ho avuto tanti guai, tra cui il divorzio. Mi devono dire perchè hanno cacciato noi per dare l’appartamento a quella famiglia? Da dove sono spuntati? Per me possono essere bianchi verdi, neri o gialli, qui il colore della pelle non conta. Ma se permette vengo prima io che sono italiano». E le frasi razziste? «Qualche ragazzino preso dalla foga ha urlato quelle cose, ma si sa che a quell’età la testa parte subito e non si pensa a quello che si dice».
Patrizia, 56 anni, invalida e disoccupata anche lei, spiega che loro «non ce l’hanno con i marocchini». «Ma comunque la casa la devono dare prima agli italiani. Quando abbiamo visto che facevano entrare altre persone non abbiamo potuto rimanere fermi».
Adesso la casa è chiusa, i tre fratelli fatti uscire dall’appartamento che occupavano abusivamente si sono sistemati in un camper parcheggiato per strada. «Noi non abbiamo nessun aiuto dallo stato», dice Adriano. «Che almeno ci facciano dormire al caldo».
Gli assessori capitolini Laura Baldassarre, (Comunità solidale) e Andrea Mazzillo (Bilancio e Patrimonio) parlano di «una grande sconfitta per la nostra città». Ci attiveremo perché la legalità venga garantita, anche in questo caso». «Chi come noi opera ogni giorno per la legalità e per i diritti si schiera con chi rispetta le regole, non con chi vuole imporsi attraverso la prepotenza e la violenza». «La nostra amministrazione sta lavorando duramente sullo scorrimento delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi, per rispondere alle esigenze di chi è senza casa. Allo stesso modo è impegnata nell’affrontare la questione delle occupazioni abusive: l’intenzione è di ristabilire la legalità e, allo stesso tempo, analizzare caso per caso le situazioni per tutelare chi è in condizione di particolare disagio sociale».
La sindaca di Roma Virginia Raggi ha espresso «forte indignazione» per «un gesto vergognoso per Roma e per i cittadini romani». Vuole incontrare la famiglia marocchina a cui si cercherà un alloggio alternativo.