La Stampa 7.12.16
Caccia al consenso dei nuovi poveri
Così Grillo spinge i 5 Stelle a destra
Ma Di Maio nega la possibilità di accordi elettorali con Lega e Forza Italia
di Andrea Malaguti
Barra
a destra. Beppe Grillo è un uomo perfettamente adeguato al disordine
che gli sta attorno. Lo capisce più degli altri e ci si trova
decisamente a suo agio. Non è un caso se nel secondo giorno del velenoso
dibattito sulla vittoria del No, decide di aprire il suo blog con una
analisi sul Vecchio Continente prodotta dal «Social Justice Index»: «118
milioni di europei sulle soglie della povertà». Il tema è destinato a
diventare il tormentone della campagna elettorale.
Che cosa dice
il Social Justice Index? Questo: «È in costante crescita il numero di
cittadini europei che, nonostante abbiano un impiego a tempo pieno, sono
a rischio povertà. Specie nell’Europa del Sud». Per vivere non è più
sufficiente trovare un impiego. E se i datori di lavoro impongono salari
sempre più bassi è perché le norme lo consentono. Il sistema ha messo
la retromarcia.
Dibattito che dovrebbe essere particolarmente caro
alla sinistra europeista e che invece è diventato territorio di pascolo
delle destre sovraniste, in un ribaltamento insensato che Grillo ha
intuito con largo anticipo. Se hai capito il problema non è detto che le
tue ricette per risolverlo siano giuste, ma per lo meno puoi recapitare
un messaggio chiaro agli elettori: io vi ho visto. La Brexit e
l’elezione di Donald Trump sono nate così.
E così si spiegano, in
parte, anche le dichiarazioni, poi rettificate, del pentastellato
bolognese Max Bugani, che aveva alluso a un’alleanza parlamentare con
Lega Nord e Forza Italia, o quantomeno alla richiesta di un appoggio
esterno, per dare una spallata definitiva al sistema e andare al voto di
gran carriera. Anche Luigi Di Maio si è preso la briga di negare
l’eventualità - «non ci alleiamo con nessuno» - però Bugani non è un 5
Stelle qualunque, ma uno degli uomini più vicini a Davide Casaleggio e
forse non ne interpreta letteralmente il pensiero, ma certamente ne
conosce gli umori. Sin dall’inizio il Movimento cerca una complicata
sintesi tra la spinta alla globalizzazione imposta da quelle tecnologie
che sono alla base del suo successo e la possibilità di rivendicare il
diritto alla diversità, con il rafforzamento di spinte di tipo
particolaristico.
Il livello teorico è complesso, quello pratico
un po’ meno: le fasce sociali più deboli si sentono più tutelate a
destra. Chiariamo che siamo là anche noi. Come farlo senza perdere tutta
quella parte di sostenitori che alle origini del movimento erano stati
attratti dalle battaglie sull’acqua pubblica o sul consumo del suolo
(vale a dire sinistra ultra classica)? Ad esempio mettendo l’energia al
primo punto del nascituro programma. Un tocco verde da Austria Felix su
un quadro identitario indefinibile. Dopo tre anni in Parlamento non è
ancora chiaro che cosa voglia il M5S dal futuro. Europa, euro,
immigrazione, difesa, relazioni internazionali. Buio totale. Ma per
governare sarà necessario dirlo.
Il post di Grillo si conclude
ricordando che: «In Grecia, Italia, Spagna e Portogallo un bambino su
tre è a rischio di povertà». Sotto testo: voi da che parte state, con i
buoni o con i cattivi? E se la riga successiva non dicesse: «Fai una
donazione a Rousseau», cioè al sito, sarebbe tutto un filo più elegante.
Ma siamo ai dettagli, perché dalla parte opposta c’è il Pd, ovvero un
partito abituato a ringraziare senza gratitudine e a soffermarsi sui
problemi degli altri con uno sguardo tutto intelletto e niente
sentimento. Giocare con loro è facile. E i 5 Stelle si limiteranno ad
aspettare la fine della direzione di oggi prima di riunirsi per
imbastire una strategia di riflesso. Una strategia che, al di là dei
proclami, sarebbe più facile da preparare se le urne si aprissero dopo
l’estate. Ipotesi non peregrina considerato che il 15 settembre del 2017
scatterebbe la pensione per 608 onorevoli e senatori, vale a dire i due
terzi del parlamento. Così se anche Berlusconi, Salvini e Renzi, che
nel Palazzo non ci sono, volessero il voto subito, come lo
spiegherebbero ai loro peones?