martedì 6 dicembre 2016

La Stampa 6.12.16
Donna, giovane e salariata: l’identikit del No
di Nicola Piepoli

Come è noto il risultato del Referendum è stato una valanga di No. Domani potremo insieme descrivere e valutare i «perché» di questo No. Per oggi ci accontentiamo di analizzare i risultati in termini di pura statistica: come si sono distribuiti i Sì e i No durante le ore dell’apertura dei seggi? Come si sono distribuiti i Sì e i No tra uomini e donne tra le varie classi di età? Tra «dotti» e «ignoranti»? Tra alte professioni e persone che non hanno più una professione? E infine tra i votanti i differenti partiti politici?
Abbiamo scelto un campione rappresentativo di elettori all’uscita dai seggi e abbiamo domandato loro di ripetere in segreto il loro voto su un fac-simile della scheda elettorale. Ogni elettore ha ripiegato la scheda così come aveva appena fatto nella sezione elettorale e l’ha inserita in una simulazione di urna elettorale che il nostro intervistatore aveva a tracolla. Quindi la restituzione di voto, esattamente come il voto, è rimasta segreta. Operando in tal modo abbiamo creato un ambiente artificiale assolutamente simile a quello del voto reale.
In questo modo siamo in grado di rispondere alle domande che ci eravamo inizialmente posti.
Il distacco tra i No e i Sì era abbastanza piccolo e quindi colmabile fino all’ora di pranzo, a partire dalle 15 i No sono partiti per la volata, senza che i Sì avessero alcuna possibilità di riprenderli. Il picco dei No si è registrato verso le 19 per poi calare leggermente.
Il No ha avuto maggiore presa tra le donne (60,7%). Se invece diamo un’occhiata alle fasce d’età, l’unica in cui il Sì ha prevalso è quella degli anziani, cioè degli ultra 65enni, che nel 55,3% hanno votato Sì al contrario delle altre fasce dove il No ha totalizzato percentuali tra il 57,4 e il 67,7%.
Anche l’analisi del titolo di studio dei votanti e delle professioni svolte offre spunti di riflessione. I Sì hanno prevalso solo sulle classi senza titolo di studio o con le elementari (50,4%) per poi recuperare qualcosa tra i laureati (47%), mentre i No hanno raggiunto alte percentuali tra chi ha la licenza media (63.4%) e il diploma (61,5%). Chi ha scelto il no è soprattutto un lavoratore dipendente (64,9%), o una casalinga (62,6%) o uno studente (62,3%), il Sì invece ha fatto presa tra i pensionati (50,3%) e tra i professionisti e dirigenti (49,5%).
Infine come i vari partiti si sono definiti attraverso il Sì e il No? Ebbene tre partiti, uno al governo e due pressoché estinti si sono dichiarati per il Sì, cioè Pd, Scelta Civica e Udc. Tutti gli altri hanno optato a grande maggioranza per il No, con una quasi totale presenza sul No del Movimento 5 Stelle.