La Stampa 5.12.16
L’Austria frena l’estrema destra
Van der Bellen sarà presidente
Il progressista supera Hofer: siamo una speranza per l’Europa. Determinante il voto delle donne
di Ale. Alv.
Lo
aveva detto chiudendo la sua campagna elettorale: «Li abbiamo già
battuti una volta, ce la faremo anche una seconda». Gli elettori
austriaci gli hanno dato ragione: Alexander Van der Bellen, l’ex leader
dei Verdi presentatosi come candidato indipendente, sarà il nuovo
presidente dell’Austria. Ha battuto con uno stacco più netto di quanto
atteso alla vigilia il suo sfidante Norbert Hofer: il 53,6% degli
austriaci hanno optato per lui, il 46,4% per il candidato della destra
populista (la Fpö), rivelano le proiezioni. Al ballottaggio di maggio
poi annullato per irregolarità nelle operazioni di scrutinio aveva
raccolto il 50,35% contro il 46,65% di Hofer, una vittoria spinta allora
dal voto per corrispondenza. Stavolta non ci sarà invece bisogno di
aspettare lo scrutinio delle schede rispedite per posta, che inizierà
stamattina. Lo stesso Hofer ammette la sconfitta - e pensa già a
ricandidarsi alle prossime presidenziali. «È chiaro che sarei diventato
molto volentieri presidente, ma ho 45 anni, ho ancora la possibilità di
riprovarci tra sei anni, nella mia vita ho imparato che una sconfitta,
se la si guarda nel modo giusto, è anche una chance», afferma a margine
l’uomo che per un soffio non è diventato il primo capo dello Stato
espresso dalla destra populista nella Ue.
Se si chiedono a Hofer
le ragioni che hanno contribuito a spostare gli equilibri elettorali a
suo sfavore, il vicepresidente del parlamento austriaco non ci pensa su
due volte: la raccomandazione di voto del leader del partito popolare,
Reinhold Mitterlehner, a favore di Van der Bellen «è stato un momento
decisivo, perché lui ha un grosso peso, credo sarei stato una buona
scelta per l’Austria, ma ormai non conta, gli elettori hanno deciso e
chiedo anche ai miei di sostenere il nuovo presidente», spiega. Se si
pone la stessa domanda al leader della Fpö, Heinz-Christian Strache, la
risposta è ben diversa: per Strache quella di ieri è stata la vittoria
dell’establishment che si è coalizzato contro il suo partito. «Tutti gli
altri partiti del sistema politico, ma anche artisti di Stato,
oligarchi e imprenditori si sono schierati contro la trasformazione che
avrebbe garantito Hofer, la campagna della paura contro di lui ha avuto
evidentemente effetto, ma abbiamo perso di poco», ci confida Strache,
che ammette: «Chiaramente siamo delusi, ma non siamo mai stati così
forti come oggi, è la prima volta nella storia che prendiamo il 46-47%, è
una grande giornata storica». Il successore di Jörg Haider lancia poi
un chiaro monito all’Europa: «Se i rappresentanti di questa Ue che si
sono allontanati dai cittadini non capiscono che le persone vogliono
un’Europa federale e non centralistica, allora quella di oggi si
rivelerà una vittoria di Pirro, perché è stato bloccato un cambiamento
che alla lunga non potrà essere fermato se non impareranno dagli
errori».
Esulta invece Van der Bellen: «A maggio il mio vantaggio
sul mio concorrente era stato di 30.000 voti, ora sono 300.000», spiega.
«Vienna invia oggi un segnale di speranza e di cambiamento positivo
verso le altri capitali europee».
Analizzando i dati emerge che
Van der Bellen ha vinto tra le donne (62% contro il 38% di Hofer, con
picchi del 69% tra le donne sotto i 29 anni), mentre il candidato della
destra populista ha raccolto più consensi tra gli uomini (56 a 44). Il
72enne Van der Bellen sfonda inoltre tra i giovani sotto i 29 anni (58 a
42) e tra gli elettori con un grado d’istruzione più elevato: l’ex
professore universitario ha raccolto l’83% dei voti di chi ha
frequentato un’università.